La contropartita per la centrale nucleare di Caorso è monetaria. Sono in arrivo, infatti, le risorse anche per Caselle Landi e Castelnuovo, i comuni del Lodigiano che erano stati esclusi dalla ripartizione delle misure compensative. La novità è stata messa nero su bianco, in una lettera inviata alla provincia, dal ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Si tratta del risultato alle pressioni esercitate del presidente della provincia Osvaldo Felissari. Il ministro garantisce «un miglioramento dei criteri di ripartizione delle compensazioni attualmente in vigore, e assicura un equo trattamento dei territori sui quali sono presenti depositi temporanei». L’offensiva in difesa degli interessi della Bassa, in merito agli indennizzi previsti per gli enti locali che ospitano, o sono vicini ad un deposito di scorie nucleari, era stata lanciata da Felissari il 17 luglio scorso con una lettera da lui inviata proprio al ministro dello sviluppo economico.Nella missiva, Felissari denunciava la situazione paradossale che si era creata con la norma (DL n. 314/203 “Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi”, convertito in legge dall’articolo 1 della legge n. 368/2003) che individua la centrale di Caorso come deposito temporaneo di scorie radioattive. La norma ritiene che gli enti locali piacentini debbano ricevere sostanziosi contributi statali, mentre i comuni di Caselle Landi e Castelnuovo, vicinissimi al deposito, non debbano avere diritto nemmeno a un euro di risarcimento per il rischio al quale sono sottoposti.«Sono molto soddisfatto per l’evidente intenzione manifestata dal ministro di riequilibrare una situazione che appariva paradossale e non rendeva giustizia alle popolazioni della Bassa - spiega il presidente -. L’obiettivo dell’amministrazione provinciale è proprio quello di scongiurare il rischio che il Lodigiano venga estromesso dalla ripartizione di circa 20 milioni di euro destinati non solo ai comuni che ospitano gli impianti e i depositi di materiale radioattivo, ma anche ai comuni, tutti piacentini, che con questi impianti e depositi sono confinanti. Si è giustamente deciso di dare a Cesare quel che è di Cesare».
Da "Il Cittadino" del 12/08/2008
Cristina Vercellone