IL CIRCOLO DI CASELLE LANDI

Il Circolo del PD di Caselle Landi nasce da quella che era la sezione dei DS di Caselle Landi, quest'ultima intitolata ad Antonio Gramsci è stata fondata nel 1975 da un gruppo di compagni precedentemente iscritti alla sezione di Codogno, il primo segretario Contardi Giuseppe poteva contare su circa 20 iscritti che si sono resi immediatamente disponibili per organizzare la prima Festa dell'Unità. Se consideriamo il contesto storico e culturale di Caselle Landi dove attualmente il centro destra raccoglie percentuali di consenso attorno al 70% possiamo renderci conto delle difficoltà incontrate nel coinvolgere le persone nella vita politica, nonostante questo nel 1980 una coalizione di centro-sinistra per la prima volta nel dopo guerra ha vinto le amministrative governando per 5 anni la nostra comunità, lasciando un segno positivo che ancora oggi la fa ricordare come una delle migliori amministrazioni del dopo guerra. Vicende più personali che politiche non hanno più permesso di ripetere questo tipo di esperienza escludendoci per 10 anni dalla vita amministrativa del paese, dal 1995 siamo ancora presenti in amministrazione con un gruppo consigliare di opposizione che si riconosce nel centro sinistra.Dal 1990 per ragioni legate al rispetto delle nuove normative in materia di impiantistica e per un calo delle persone disponibili non è stato più possibile organizzare la tradizionale Festa dell'Unità, comunque tra alti e bassi la sezione di Caselle Landi è sempre stata attiva apportando il proprio contributo alla vita sociale e politica del paese; ad oggi nella bassa lodigiana la nostra sezione rimane con quella di Maleo l'unica unità di base attiva. I tempi cambiano e certe dinamiche sociali e politiche sono da ritenetsi non al passo con i tempi, la maggior parte degli iscritti hanno deciso di confluire nel Partito Democratico facendosi comunque portatori di quei valori che hanno caratterizzato la vita politica italiana e che riteniamo siano alla base di una società equa e a misura d'uomo.

mercoledì 31 dicembre 2008

LETTERA ALL'ONOREVOLE BERSANI


Caro Pierluigi,

ti scriviamo dal Circolo del PD di Caselle Landi (LO), un piccolo centro che si trova sulla sponda lodigiana del fiume Po di fronte a Caorso.

Non sappiamo se hai avuto modo e tempo di seguire le nostre istanze riguardanti la questione delle misure compensative relative alla presenza dell’impianto nucleare di Caorso, in due parole tentiamo di ricostruire la vicenda: circa un anno e mezzo fa abbiamo sollevato la questione ritenendo profondamente ingiusto che tali indennizzi fossero totalmente destinati al comune di Caorso e alla Provincia di Piacenza, e che alle comunità Lodigiane direttamente confinanti con Caorso nulla spettasse.

A seguito dei nostri interventi, che hanno avuto un ampio risalto sulla stampa locale, si è mobilitato il Presidente della Provincia di Lodi, On. Osvaldo Fellissari e a seguire i Sindaci delle nostre comunità che improvvisamente “risvegliatisi” da un profondo torpore hanno colto la palla al balzo. Anche l’attuale Ministro On. Scajola in una lettera inviata al presidente della Provincia di Lodi ha riconosciuto l’iniquità della legge n° 368 del 24/12/2003.
Nonostante questi interventi ad oggi non si è ancora risolto il problema, siamo quindi a chiedere un tuo intervento in sede parlamentare per sbloccare la situazione.

Certi del tuo gentile interessamento, aspettando fiduciosi un tuo riscontro, l’occasione ci è gradita per augurarti un 2009 ricco di soddisfazioni soprattutto personali.
PD Caselle Landi

sabato 20 dicembre 2008

I lavori sugli argini si concluderanno nel marzo del 2010

Egregio direttore, con la presente lettera intendo dare risposta alle legittime preoccupazioni espresse nella lettera appena inviataLe dal consigliere comunale Roberto Tantardini di Caselle Landi il 15 dicembre scorso in merito ai lavori che la nostra Agenzia sta eseguendo sulle arginature maestre di Po in territorio lodigiano.Come correttamente scritto nella summenzionata lettera, i lavori di adeguamento del corpo arginale sono stati appaltati a febbraio di quest’anno, dopo che il nostro progetto era stato approvato in sede di Conferenza dei Servizi il 18 luglio dell’anno prima, conferenza alla quale hanno partecipato tutti gli Enti coinvolti, tra cui i Comuni stessi.La fase espropriativa, la cui conclusione è requisito indispensabile per poter dare avvio alle lavorazioni, è in corso e, a tutt’oggi, è in fase di finalizzazione. I decreti espropriativi sono prossimi dall’essere emessi dall’amministrazione.Il cronoprogramma prevede circa 450 giorni di lavoro per dare compiuta l’opera opera che, dato il finanziamento in oggetto (e che ammonta a circa 4 milioni di euro) si limiterà a pane delle arginature ricadenti nei Comuni di Caselle Landi, Guardamiglio, San Rocco al Pone e Santo Stefano Lodigiano. Ragion per cui, salvo imprevisti oggi imprevedibili, l’opera dovrebbe concludersi entro la fine di marzo del 2010.Esprimendo vivo rammarico per il disagio subito dalle cittadinanze dei Comuni menzionati, colgo l’occasione per porgere a Lei, al suo giornale e a tutti i suoi lettori i più cordiali saluti
Il responsabile del procedimento
dott. ing. Gaetano La Montagna Agenzia Interregionale per il fiumo Po - Parma

giovedì 18 dicembre 2008

DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA PROVINCIALE DI LODI

I Componenti dell'Assemblea Provinciale del Partito Democratico della Provincia di Lodi, alla luce dei risultati recenti delle elezioni abruzzesi e dell'estendersi di casi giudiziari che stanno coinvolgendo Amministratori, Dirigenti esponenti locali e nazionali del Partito Democratico esprimono la loro forte preoccupazione che, il protrarsi di questa situazione, rischi di vanificare le premesse di partecipazione e di rinnovamento che hanno motivato l'entusiasmo con cui uomini e donne del nostro territorio hanno partecipato alle fasi fondative di quello che abbiamo definito “Partito Nuovo”.
Non ci sfugge il fatto che siamo fatti oggetto di una campagna mediatica, e non solo, che tende a screditare la funzione di quello che rappresenta la forza di opposizione in grado di esprimere, in prospettiva, una reale alternativa al centro destra. Ma non si può pensare di nascondersi dietro la teoria del complotto, o attribuire le responsabilità al centro destra o ai partiti concorrenti. Sono stati commessi anche errori da parte del gruppo dirigente nazionale, acuiti dai contrasti interni, fortemente evidenziati sia dalla stampa locale che nazionale.
La richiesta della nostra Assemblea Provinciale è che la Direzione Nazionale del 19 Dicembre p.v. segni un effettivo punto di svolta della politica del Partito Democratico sul tema della moralizzazione della vita pubblica, nei confronti del Governo e nei rapporti interni all'opposizione:

1. Moralizzazione della vita pubblica, occorre chiedere con forza che le incheste avviate dalla Magistratura, vengano portate celermente a compimento per definire le responsabilità delle persone implicate. Non può essere lasciato spazio, ed occorre reagire, ad una campagna che assimila centinaia e migliaia di amministratori onesti che dedicano al loro impegno tempo e denaro, a quei pochi che cercano di trarre profitto dal loro ruolo istituzionale;

2. nei confronti del Governo in quanto la indisponibilità al dialogo del Presidente del Consiglio, non può vederci continuamente alla ricerca di spazio su cui confrontarci. E' necessario riprendere una capacità di elaborazione che porti a formulare le nostre proposte prima di tutto sui temi della crisi attuale che colpisce ampi strati di concittadini e imprese, e misurarci in Parlamento, dando il nostro consenso solo a quei provvedimenti che trovano riscontro nelle proposte avanzate;

3. nei rapporti interni all'opposizione per cui occorre ricostruire rapporti anche con le forze che non sono rappresentate in Parlamento, non lasciando ad IdV il ruolo di partito di opposizione nell'opposizione.


L'Assemblea Provinciale di Lodi, chiede che subito dopo il periodo natalizio venga avviata dalla Direzione Nazionale una forte iniziativa di chiarificazione sulla linea politica del Partito Democratico con il coinvolgimento anche dei piccoli territori e la presenza negli stessi dei dirigenti nazionali.
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I Componenti
della Assemblea Provinciale
della Provincia di Lodi




Lodi, 16 Dicembre 2008

domenica 14 dicembre 2008

UN "PO" DI MANCATE PROMESSE

Le ultime due piene storiche del fiume Po (1994, 2000) hanno lasciato il segno e ancora oggi migliaia di Lodigiani rivivono ad ogni rilevante evento meteorologico le ansie e le preoccupazioni di quegli autunni. Le nostre comunità sono inserite all´interno di una delle regioni più produttive, più densamente abitate e più strutturate d´Europa, nonostante questo ad oggi non abbiamo ancora visto mantenute quelle promesse di messa in sicurezza dei nostri territori che sono fondamentali per ridare tranquillità a chi in questi territori abita, lavora ed ha investito.
Ricordo che già all´indomani dell'ultima piena abbiamo assistito alla "sfilata" di Ministri, rappresentanti politici di tutti i colori e personalità varie che a gran voce promettevano interventi immediati di messa in sicurezza delle comunità coinvolte, con il passare del tempo problemi di natura finanziaria, tecnica e perché no anche di volontà politica hanno fatto si che dopo otto anni dall'ultima piena non si sia ancora fatto quanto promesso.A chiunque dotato di un minimo di buon senso e del famoso pragmatismo lombardo sembrano tempi decisamente inadeguati, se a questo sommiamo che ai cittadini non vengono fornite informazioni da parte degli enti preposti in quanto difficilmente raggiungibili è chiaro che questo alimenta disagio e preoccupazione.
A dire il vero, dopo un'infinità di studi e di progetti, finalmente nel febbraio 2008 sono stati aggiudicati i lavori attraverso una gara bandita dall' Agenzia Interregionale Per il Fiume Po - AIPO, per un importo a base d'asta di circa 3.500.000 Euro, tale gara è stata aggiudicata e la cronologia dei lavori prevedeva, per esempio a Caselle Landi dove sono necessari lavori di diaframmatura, l'inizio delle attività nel novembre 2008.Ad oggi nonostante l'impresa sia stata individuata ed i tempi previsti, non si ha il minimo accenno di inizio delle attività, in più sembra che non siano ancora iniziate le procedure di esproprio delle aree interessate, ponendo una seria incognita sia sulla tempistica che sulla portata finanziaria che naturalmente è destinata a lievitare con il passare del tempo.
Davvero non vorrei che fra un po' qualcuno ci venga a dire che i soldi non sono sufficienti e necessariamente si deve rinunciare ad una parte dei lavori previsti, perché la messa in sicurezza del territorio è un diritto fondamentale senza la quale non hanno senso politiche di valorizzazione e di conservazione, per questo propongo che si assumano le iniziative necessarie affinché a tutela delle nostre comunità ci sia certezza dei tempi e garanzia della realizzazione delle opere previste.
Roberto Tantardini
Consigliere Comunale di Caselle Landi

lunedì 10 novembre 2008

LE BUGIE DI BERLUSCONI SULLA SCUOLA

PREMESSA
Il Governo e il centrodestra continuano a fare disinformazione e confusione sui provvedimenti legislativi inerenti la scuola e l’università che sono stati finora approvati. In tal senso, il Governo ha promosso e favorito la circolazione di informazioni e dati fuorvianti rispetto alla realtà dei fatti. L’obiettivo principale dei provvedimenti, infatti, è quello di occultare i tagli pesantissimi e indiscriminati che si abbatteranno sulla scuola pubblica nel prossimo triennio. Tagli contro cui abbiamo condotto una durissima battaglia di opposizione in Parlamento e che sono contestati in tutto il Paese da uno straordinario movimento di massa composto da genitori, insegnanti, studenti, docenti universitari, dalle organizzazioni sindacali, dalle Regioni e dagli Enti Locali. Fallita, dunque, la campagna mediatica basata esclusivamente sugli spot, da un lato si continuano a raccontare bugie colossali (vedi il dossier di Berlusconi sulle presunte bugie della sinistra) e dall’altra, si tenta di alzare un polverone per non dare conto con chiarezza agli italiani delle gravi scelte fatte. Scelte che minano le fondamenta dell’istruzione pubblica, sia scolastica che universitaria, del nostro Paese.
In primo luogo, appare fondamentale sapere che le norme contestate sono contenute in tre decreti legge.
1. Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella Legge 6 agosto 2008 n.133 (manovra economica estiva).
Per la scuola sono stati previsti, per il prossimo triennio, tagli per circa 8 miliardi di euro e per circa 132.000 posti di lavoro. Inoltre, è stato previsto un piano programmatico e una serie di regolamenti finalizzati ad attuare i tagli stessi.
Per l’Università sono previsti, a partire dal 2010, tagli per 1 miliardo e 400 milioni di euro, il blocco del turn over (potrà essere assunto solo un giovane docente ogni cinque professori che vanno via dalle Università e se si considerano anche i tagli all’ FFO -il Fondo per il Finanziamento Ordinario delle Università che costituisce la principale fonte di entrata per le Università statali- potrà essere sostituito un solo docente su circa otto) e la trasformazione delle Università in Fondazioni (possibile ma non obbligatoria.
2. Decreto legge 1° settembre 2008, n. 137 (decreto Gelmini) convertito nella Legge 30 ottobre 2008, n. 169
Il decreto, all’articolo 4, prevede l’istituzione del maestro unico e l’orario settimanale a 24 ore nella scuola primaria (o elementare). Negli altri articoli si stabilisce, inoltre, il ritorno al voto in condotta nella scuola media (nella scuola superiore c’è già) e si prevede che tale voto faccia media ai fini dell’esito finale dell’anno scolastico; il ritorno al voto numerico nella scuola elementare e nella scuola media (nella scuola superiore c’è già); l’introduzione della sperimentazione di “Cittadinanza e Costituzione” (la cosiddetta educazione civica) senza però prevedere un monte ore dedicato né risorse per i sussidi didattici. E’emblematica, poi, la vicenda del grembiule di cui tanto la Ministra tanto ha parlato sugli organi di stampa. Infatti, in relazione a questo provvedimento, non è arrivata alcuna comunicazione scritta alle scuole.
3. Decreto Legge del 7 ottobre 2008, n. 154 recante "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali".
Nel decreto è stato inserito un articolo che prevede il commissariamento delle Regioni che non approvino il piano di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche entro il 30 novembre. Tutte le Regioni (sia quelle governate dal centrosinistra che dal centrodestra) hanno chiesto al Governo di ritirare questa norma e hanno bloccato i lavori della conferenza unificata che, per questo motivo, non ha ancora espresso il parere sul piano programmatico attuativo del decreto 112.





CONTRODOSSIER

In riferimento al dossier distribuito nel corso della conferenza stampa del 22 ottobre 2008 sulle presunte bugie della sinistra in merito alla scuola, il Partito Democratico ha replicato con un controdossier, intitolato “Tutte le bugie del premier sulla scuola” in cui, punto su punto, vengono smontate le considerazioni espresse dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dalla Ministra Gelmini.


TAGLI
Berlusconi ha dichiarato che non è vero che siano stati disposti tagli alla scuola. Berlusconi è un bugiardo. Infatti, con la manovra finanziaria approvata questa estate (DL n° 112/08 convertito in Legge n° 133/08) viene previsto per i prossimi tre anni un taglio di circa 8 mld sulle spese per l’istruzione (7, 832 mld) e di circa 132.000 posti negli organici del personale (87.400 insegnanti e 44.500 personale ATA).
Ma non basta! Con la legge finanziaria attualmente in discussione alla Camera, infatti, sono stati predisposti ulteriori tagli. Ad esempio, sono stati tagliati 50 milioni sul Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e 22,8 milioni sul Fondo per l’Edilizia scolastica.

TEMPO PIENO
Berlusconi promette l’incremento del tempo pieno. Berlusconi è un bugiardo! Infatti, sia nel Decreto Gelmini che nel Piano Programmatico sparisce la dizione “tempo pieno”.
Infatti, il decreto Gelmini afferma “che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali.”
Il decreto prevede, inoltre, che si tenga anche “conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo scuola.”
Nel Piano programmatico inviato dal Governo al Parlamento, alla pagina 7, è scritto che “nella scuola primaria va privilegiata l’attivazione di classi affidate ad un unico docente (…)” e che “ resta aperta la possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola, tenuto conto della domanda delle famiglie e della dotazione organica assegnata alla scuole” e ancora che le opzioni possibili sono tra 27 ore, 30 ore e una “estensione delle ore di lezione fino a un massimo di 10 ore settimanali comprensive della mensa”.
E’ evidente che, in tal modo, viene prefigurato una sorta di doposcuola che è cosa ben diversa dal tempo pieno didattico (come, per altro, lo stesso Berlusconi ha dichiarato alla stampa).
Comunque sia, l’eventuale “aumento” è subordinato non solo alla richiesta delle famiglie ma anche alla dotazione dell’organico del personale che verrà attribuito alle scuole.
A tal proposito occorre ricordare i tagli all’organico del personale insegnante per la scuola primaria previsti dal piano. Ad esempio i tagli riferiti al prossimo anno scolastico sono di 10.000 unità a cui si aggiungono i 4.000 posti in meno di insegnanti specialisti della lingua inglese.
Come si potrà conciliare la scelta delle famiglie per il cosiddetto tempo pieno con i tagli agli organici?
E’ del tutto evidente che per attuare i tagli si dovrà imporre a tutte le famiglie le classi con 24 ore settimanali con il maestro unico (quindi, in concreto, niente più scelta fra 24, 27, 30, 40 ore settimanali).
Il governo sostiene che con l’introduzione del maestro unico e l’eliminazione delle compresenze si libereranno più maestri per aumentare il tempo pieno.
In realtà, con la generalizzazione del maestro unico e l’eliminazione delle compresenze, verrà smantellata la scuola dei moduli e in particolare il modello a trenta ore.
Berlusconi promette l’aumento di 5.750 classi con il tempo pieno. Tuttavia, anche in questo caso, Berlusconi non sembra avere chiari i numeri. Infatti, i dati complessivi delle classi (5.750) e degli alunni (82.950) in più che passeranno al tempo pieno nel quinquennio, destano non poche perplessità. Non hanno, infatti, alcun riscontro nella tabella di dettaglio che il Governo ha distribuito con il dossier, e del resto corrisponderebbero a un incremento del tempo pieno del 17%, ben inferiore a quel 50% annunciato ripetutamente dalla Gelmini e da Berlusconi.

NUMERO DEGLI ALUNNI
Dice Berlusconi che gli alunni saranno in media 18 per classe, al massimo 26. Nell’unica bozza di Regolamento che circola si dicono cose ben diverse: si aumentano i parametri minimi e massimi: 30 per le scuole medie superiori e 29 per le scuole medie inferiori, con un incremento fino al 10%. Questo significa arrivare anche a 33 alunni per classe.

MAESTRO UNICO
Sul maestro unico il Presidente del Consiglio dice una colossale bugia affermando che si tratta di un maestro prevalente!
Nel decreto legge, articolo 4 primo comma, e letteralmente scritto “che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali”. Non basta certo una battuta detta in una conferenza stampa da Berlusconi per modificare una legge e trasformare “l’insegnante unico” in “maestro prevalente”. Non esiste, infatti, un maestro prevalente come erroneamente sostenuto dal Presidente del Consiglio, come non esistono gli insegnanti di educazione fisica e di informatica. Inoltre, quando l’insegnate di classe non è lo stesso che fa anche l’insegnamento di religione cattolica e di inglese, questi insegnamenti sono affidati sempre entro l’orario delle 24 ore settimanali, a degli specialisti. Come si concilia questo modello per gli specialisti di inglese per cui il piano prevede nel triennio l’estinzione del corrispondente organico?

LINGUA INGLESE
Il maestro unico dovrà insegnare anche l’inglese poiché nel Piano programmatico (a pagina 19) viene previsto il taglio di 11.200 posti (4.000 già dal prossimo anno) di insegnanti specializzati in lingua Inglese. E viene previsto che con un corso di sole 150/200 ore il maestro unico dovrà specializzarsi anche in Inglese.

RAZIONALIZZAZIONE DEL PERSONALE
Qui si tocca il massimo della spudoratezza giocando con le parole e con la condizione di vita delle persone: “falsi gli 87.400 licenziamenti di insegnanti” dice Berlusconi. Sono purtroppo veri i licenziamenti di 87.400 insegnanti che lavorano da anni, ogni anno, con incarichi annuali nella scuola. Essendo “precari” non vengono “licenziati”: vengono soppressi definitivamente i loro posti di lavoro e, dunque, i loro stipendi. A questi 87.400 si aggiunge la mancata assunzione dei 75.000 precari già previsti nel piano del governo Prodi con copertura finanziaria e i 44.500 posti di lavoro tagliati del personale ATA.
Il Presidente del Consiglio e il Ministro non sanno neanche quanti dipendenti hanno! Nella conferenza stampa hanno affermato che nella scuola ci sono 1.350.000 dipendenti “e sono troppi”. Dai dati della Ragioneria Generale dello Stato si ricava che i dipendenti nell’anno 2006 erano 1.143.164, scesi nel 2007 a 1.133.000. (dati consultabili sul sito della Ragioneria)
Non è vero neanche che in Italia il Rapporto docente/alunni è 1 ogni 9. Nella pubblicazione “la scuola in cifre” dello stesso Ministero dell’Istruzione nella tabella 1.3.3 a pag 23 (pubblicata a settembre 2008) il rapporto è 1 ogni 11,1.

SCUOLE DI MONTAGNA
Berlusconi dice che “nessuna scuola sarà chiusa”: falso!
Le scuole piccole e con meno di 50 alunni non sono solo quelle di montagna. Il piano programmatico, a pagina 10, prevede il superamento delle scuole con meno di 50 alunni “a cominciare dai territori non ubicati nelle comunità montane o nelle piccole isole”
Nel Piano programmatico, dunque, viene esplicitamente detto che chiuderanno le scuole sotto i 50 alunni. Sono 1083 i Comuni interessati, così ripartiti: 181 con scuole fino a 15 alunni; 184 fino a 20 alunni; 718 fino a 50 alunni.
A queste scuole, inoltre, vanno aggiunte ulteriori 3000 scuole a rischio chiusura perché sotto i 50 alunni: 130 scuole elementari e medie presso gli istituti ospedalieri; 7 annesse a istituti d’arte; 7 annesse a convitto, 4 a Conservatori, 3 per ciechi, 2 per sordomuti. Ci sono inoltre 522 scuole secondarie di secondo grado (346 sono serali e 55 carcerarie).

SPESA PER IL PERSONALE
Il presidente del Consiglio e il ministro continuano a dire che il 97% della spesa pubblica della scuola serve a pagare gli stipendi di chi ci lavora. Questi dati non vengono smentiti solo dal Pd ma anche dall’Ocse nella pubblicazione “Education at a Glance, 2007”. Infatti, i dati della spesa corrente per il personale, raffrontati con quelli di altri Paesi, risultano questi:
Italia 80,7
Francia 80,7
Germania 85,1
Gran Bretagna 69,7
Media Ocse: 80,1
Di conseguenza l’Italia risulta allineata alla media Ocse ed ha una spesa per gli stipendi inferiore a quella della Germania.

sabato 18 ottobre 2008

IL RITORNO DEL NUCLEARE IN ITALIA

E' cronaca di questi giorni la questione legata al ritorno del nucleare in Italia e nello specifico un nuovo impianto nel comune di Caorso.
Noi abitanti della bassa abbiamo vissuto in prima persona l’incubo di “Arturo”, dalle finestre delle nostre case si poteva scorgere la cupola inquietante del reattore, consideravamo questa un’esperienza ormai chiusa e le nostre preoccupazioni erano concentrate solo sugli indennizzi che giustamente riteniamo dovuti alle comunità lodigiane per l’irraggiamento subito, e invece no!
Ci preme innanzitutto fare un’analisi oggettiva del territorio in cui l’impianto potrebbe sorgere (stando alle dichiarazioni del leader della Lega di utilizzare i vecchi siti), si tratta di una pianura fra le più fertili al mondo, ricca di acqua, di biodiversità e densamente popolata, insomma una porzione importante della cosiddetta Padania, in cui negli anni si stanno moltiplicando gli sforzi a tutti i livelli per valorizzarne e tutelarne le specificità tra cui le eccellenze nel campo della filiera agroalimentare riconosciute in tutto il mondo.

Cosa mai ne sarebbe di tutto questo nella malaugurata ipotesi di una fuga di materiale radioattivo ? Quali sarebbero le ripercussioni sulla nostra realtà produttiva e sociale ?
Quale territorio lasceremmo ai nostri figli e ai nostri nipoti ?

Qualcuno può obbiettare che si tratta di luoghi comuni e che i sistemi di sicurezza odierni hanno raggiunto livelli di affidabilità tali da scongiurare tali evenienze, eppure anche negli ultimi mesi diversi incidenti ad impianti nucleari giudicati affidabili hanno riversato nell’ambiente sostanze radioattive seppure in quantità limitate (per quanto c’è consentito sapere).

E’ un dato di fatto che negli ultimi anni dopo il boom degli anni settanta la costruzione di nuove centrali ha subito un drastico calo, ci chiediamo il perché di questo fenomeno e inoltre, da quello che si apprende dalla stampa l’unico impianto in costruzione di nuova generazione sta drenando risorse impensabili e creando problemi tecnici di non facile soluzione, e poi siamo proprio sicuri che l'energia nucleare sia economicamente vantaggiosa ?

Ci piacerebbe sapere quanto costerà un KW di energia che potrebbe venire prodotta in una nuova centrale a Caorso considerando i costi di costruzione, di funzionamento e di smaltimento.

Alla luce di questi ragionamenti siamo convinti che il Consigliere Regionale Gianfranco Concordati abbia fatto bene a sollevare la questione in Regione e a nostra volta intendiamo chiedere all'Onorevole Gibelli che ricopre un importante incarico a livello governativo di esprimersi con chiarezza sulla possibilità di riaprire Caorso, crediamo che non ci sia bisogno che vengano stabiliti criteri oggettivi per la scelta dei siti, riteniamo invece che con il buon senso e l'attaccamento alla nostro territorio che di ferite ne ha già subite fin troppe si possano prendere posizioni chiare. Del resto la Lega lodigiana di cui l'Onorevole Gibelli è un autorevole esponente si è sempre schierata a volte anche in modo strumentale a difesa del territorio, come mai sulla questione del nucleare a Caorso ha deciso di non proferir parola?
Serve un'azione coordinata di tutte le parti politiche, economiche e sociali affinché si possa scongiurare la sciagurata ipotesi di riavere una angosciosa presenza fuori dai cortili delle nostre case.



PD Caselle Landi

martedì 14 ottobre 2008

CENTRALE E' NECESSARIO UN CONFRONTO

Lettera a "Il Cittadino" di Alessandro Manfredi


Gentile Direttore,
sono rimasto francamente allibito leggendo, su Il Cittadino del 13 ottobre, l'intervento della Presidente della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Lombardia dal titolo “Centrali, è necessario un confronto” e mi sono domandato se la Presidente è esponente della stessa maggioranza che in Regione sostiene la Giunta, un organismo che, non più tardi dello scorso anno, sulle colonne del suo stesso giornale, per bocca della sua Vicepresidente, era venuta a spiegarci che non si poteva tornare indietro rispetto alla decisione assunta con il Piano Energetico Regionale, che prevedeva la realizzazione di una nuova centrale nel nostro territorio, perchè si trattava di una esigenza vitale della Lombardia. Faccio riferimento all'intervento di Margherita Peroni perchè, devo dirlo francamente, quando qualche giorno fa ho letto la dichiarazione di Roberto Formigoni in merito al fatto che: “la situazione della Regione Lombardia sembra tale da non richiedere la costruzione di nuove centrali per la produzione di energia elettrica” l'ho considerata una vera e propria presa in giro per il territorio della nostra Provincia (da noi si dice chiudere la porta quando i buoi sono oramai scappati) e mi sono chiesto a quale livello di arroganza può essere arrivato questo uomo per fare una affermazione del genere dopo che per anni ha rifiutato sistematicamente l'apertura di un confronto su un tema che, da tutte le forze politiche del nostro territorio, è stato considerato vitale, prima di tutto per i riflessi sull'ambiente e le condizioni di salute dei suoi abitanti. Almeno, ci spiegasse cosa è cambiato delle ragioni di quel piano energetico che, lo ricordo, si era esercitato a distinguere il territorio regionale in tre fasce, quella montana, quella metropolitana e quella di pianura a seconda della maggiore o minore capacità di insediamento di queste strutture, invece di limitarsi ad una laconica dichiarazione buttata li, aspettandosi, casomai, anche degli applausi.
Ora la Presidente della Commissione Consiliare esprime la convinzione che sia necessario “l'avvio di un confronto serio che consenta di migliorare l'utilizzo delle centrali in funzione”: ben venga questa disponibilità anche se per noi del tutto insufficiente a questo punto. Più utile un atteggiamento di questo genere può essere per capire il ruolo che la Regione Lombardia, motore dell'Europa, intende giocare in merito alle nuove scelte che si stanno prefigurando a livello nazionale, con il recupero del nucleare che, così come si sta compiendo, può essere foriera di nuovi guasti per il nostro territorio, e non solo. Domando al Presidente della Giunta Regionale ed al Presidente della Commissione: che ruolo intende svolgere la Regione Lombardia in merito al fatto che, viene continuamente riportato sulla stampa, il primo intervento sul terreno del nucleare sarebbe la riattivazione di Caorso, una centrale che non è di quinta generazione, in quanto ferma da molti anni, che si trova in Provincia di Piacenza, ma subito a ridosso del territorio della Lombardia (i Comuni limitrofi si chiamano Castelnuovo Bocca d'Adda, Caselle Landi, Meleti ecc.)?Oggi è questo il terreno su cui chi “accusa genericamente la Regione Lombardia di essere a favore di nuovi impianti” difficilmente può cambiare opinione, ma almeno gli può permettere di capire quanto la Lombardia pesi nei confronti del Governo nazionale.

Alessandro Manfredi
Partito Democratico della Provincia di Lodi

domenica 5 ottobre 2008

“Ripensare il lodigiano…” - Il fiume Po.


Il tratto del fiume Po che lambisce il territorio di San Rocco è parte significativa di un sistema fluviale regolato dallo sbarramento di Isola Serafini (a monte della foce del fiume Adda) e caratterizzato dalla confluenza del torrente Trebbia in sponda destra.
E’ ancora vivo in tutti il ricordo per la paura vissuta da questa Comunità in occasione delle esondazioni del fiume negli anni 1994 e 2000 ed è ben chiaro, purtroppo ancor oggi, quali siano gli elementi che esasperano tali situazioni, mai scongiurabili e già di per sé critiche.
La limitazione della sezione di scorrimento delle acque del fiume, sia in condizioni di calma che di piena, costituisce per il paese di San Rocco la più grave motivazione di quegli effetti drammatici.
Essa è determinata dai terrapieni di accesso ai ponti stradale e ferroviario, che collegano la sponda lombarda ed emiliana ed interessano trasversalmente gran parte della golena in sponda sinistra, oltreché dal continuo deposito di ghiaia e sabbia sul sedime dell’isolotto Maggi, trasportate a valle dalla forza dell’acqua; ciò al punto di determinare la trasformazione della sua morfologia fino ad annullare, complice l’opera dell’uomo, il ramo lombardo del fiume stesso.
Dette preoccupazioni, totalmente giustificate, sono state poste in evidenza con azioni ed atti che hanno visto interpreti Amministratori e Cittadini di questo Comune già dal 1996, purtroppo con risultati, e non certo per loro responsabilità, di scarso rilievo.
Per contro risulta evidente a tutti quale sia il valore ambientale di quell’area inclusa nell’alveo inciso del fiume che, insieme ad altre zone umide della golena - residui della mutazione idrografica ed orografica dell’area fluviale, rappresenta parte significativa del patrimonio ambientale della bassa lodigiana.
Da oltre un decennio, e con diversi interpreti delle Amministrazioni che si sono succedute dal ‘96, sono state infatti intraprese più iniziative per tutelare queste zone, per salvaguardare e valorizzare il paesaggio fluviale, il loro ecosistema.
L’energia espressa da una piccola realtà come San Rocco su due chiare posizioni, per nulla in antitesi, trova riscontro in quanto auspicato e progettato dai Consiglieri Concordati e Canova nelle rispettive Amministrazioni, ed alimenta e sostiene i loro presupposti per affrontare tali questioni nell’ambito di piani di intervento territoriali di larga scala.
Indispensabile, quindi, muovere passi determinati per un futuro stabile, per l’istituzione di aree protette e, perché no, di un Parco fluviale, comunque nell’ottica di progetti condivisi e proiettati verso una condizione che non infici l’auspicato equilibrio tra esigenze di sicurezza e questioni ambientali, e senza tralasciare le problematiche relative alla trasformazione della destinazione primaria delle aree agricole in considerazione.

Partito Democratico

Circolo di S. Rocco al P. (LO)

Caorso, il nucleare torna a fare paura - Il consigliere Pd Concordati intanto chiama in causa la Regione

L’incubo del nucleare torna ad agitare i sonni dei lodigiani. Perché quando si parla di nucleare, si pensa subito alla centrale di Caorso. E dal momento che l’argomento è tornato alla ribalta sulle pagine dei giornali e nell’agenda del governo, c’è chi ha deciso di mettere le mani avanti. Il consigliere regionale Gianfranco Concordati (Pd) ha presentato in questi giorni un’interpellanza per chiedere al Pirellone cosa intende fare: «Le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio che ipotizzano la presentazione in primavera di un Piano energetico nazionale che contempli una forte ripresa della produzione di energia attraverso l’uso del nucleare - afferma Concordati -, e le dichiarazioni del presidente della regione Lombardia che, pur ribadendo l’autosufficienza regionale in materia, sembrano aprire ad una ipotesi nucleare, sono il chiaro segnale di una farraginosa programmazione energetica. Per quanto riguarda il nucleare - aggiunge poi Concordati -, non c’è dubbio che l’ipotesi avanzata da autorevoli esponenti del Governo, tra questi il leader del movimento Lega nord, di utilizzare i vecchi siti ci faccia ripiombare nella preoccupazione, perché Caorso è qui a due passi e i problemi che innescherebbe una nuova centrale si sommano a quelli, ancora non risolti, della gestione delle scorie di quella precedente».A Caorso sarebbe già tutto pronto per una centrale: studi sismici, acqua del Po per il raffreddamento delle barre d’uranio, convenzioni sulla protezione ambientale, rete di monitoraggio. Secondo gli esperti che fanno parte dell’Associazione italiana nucleare, però, le cose stanno così solo dal punto di vista teorico: un nuovo impianto avrebbe bisogno di un’altra richiesta di autorizzazione da presentare all’Autorità di controllo, il sito di Caorso è stato qualificato negli anni Settanta con altre regole. Al momento, spetta al Governo definire i nuovi criteri da adottare.Una partita che l’onorevole lodigiano Andrea Gibelli (Lega nord) considera molto importante, e che sta affrontando come presidente della commissione Attività produttive della Camera. «Fino a quando non saranno stabiliti criteri oggettivi di localizzazione - afferma Gibelli -, fino a quando non sarà stabilito un Piano energetico attraverso un confronto fra Stato e territori, nessuno può considerare un posto migliore di un altro». La strada è ancora lunga, il percorso per lo studio delle regole da adottare potrebbe concludersi entro il 2009. «Il tema dell’energia nucleare per uso civile - aggiunge Gibelli, che ha recentemente organizzato un seminario sulle nuove frontiere tecnologiche in ambito energetico - è oggi tra le priorità di governo e parlamento: occorre dare una risposta responsabile alla questione energetica e quella risposta non può che essere rappresentata dal nucleare». L’onorevole se la prende poi con Concordati: «Il processo alle intenzioni fa parte del gioco - aggiunge Gibelli -, Concordati è un maestro della mistificazione, probabilmente pensa di trarne vantaggio. Si ricordi che sul fronte della centrale di Bertonico è stato uno dei suoi ministri, Bersani, a risolvere la questione per legge, ora è inutile sbandierare carte e provvedimenti».

Greta Boni

fonte "Il Cittadino" del 3/10/2008

domenica 14 settembre 2008

BERTONICO E ….. IL MULINO BIANCO di GIANNI PIATTI

Lettera a "Il Cittadino" di Gianni Piatti

differenti valutazioni politiche sulla Centrale di Bertonico che anche io alimenterò, non ci devono impedire di svolgere un lavoro comune. Anche nella battaglia decennale contro la centrale a carbone prevista a Tavazzano, riuscimmo a evitare il carbone, ma l’ENEL ottenne un aumento di potenza. Voglio dire che c’è ancora un lavoro enorme da fare e valutazioni politiche diverse non devono indebolire un’azione che spero sia unitaria in particolare per la revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
La Provincia ed i Comuni del Lodigiano, dopo l’esito negativo dei ricorsi amministrativi, hanno chiesto la revisione dell’AIA e questo hanno ottenuto. Il Ministero dell’Ambiente lo ha comunicato in modo formale ai Comuni e alla Provincia ed ha chiesto agli Enti Locali i nomi dei tecnici locali.
La procedura è stata quindi avviata; vi è stata una pausa comprensibile nel cambio di Governo, ma la Commissione AIA ora deve ripartire perché è fondamentale avere una sede nella quale la Regione, gli Enti Locali, il Ministero e Sorgenia, possano confrontarsi sulle emissioni inquinanti, sulle tecnologie necessarie, la coerenza con il Piano Nazionale di Assegnazione delle quote CO2 per gli impianti (“nuovi entranti” per il periodo 2008/2012 e segnatamente dopo il 31/12/2007).
In coerenza col protocollo di Kyoto, infatti, il Governo Prodi nel 2007 ha approvato la delibera CIPE che vincola i Ministeri più importanti ad azioni di riduzione delle emissioni (industria, agricoltura, trasporti, lavori pubblici, ecc…).
Questa azione era ferma dal 2002 e per tre anni il Governo Berlusconi non ha fatto nulla. Il risultato di queste e altre inerzie è che l’Italia doveva ridurre le emissioni di CO2 del 6,5% e le ha invece aumentate del 12,5%.
Il Governo Prodi ha inoltre approvato il Piano Nazionale di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 nel quale tutte le realtà produttive inquinanti devono ridurre le quote emissive (produzione di energia, di metalli ferrosi, di prodotti minerali quali cemento, calce, vetro).
La Centrale di Tavazzano, ad esempio, deve passare di T. CO2 3.457.360 del 2008 a 2.225.389 del 2012.
Il Piano Nazionale è stato approvato dall’Unione Europea.
Ecco perché è urgente convocare la Commissione per la revisione dell’AIA. In tal senso abbiamo chiesto all’On. Quartiani (di Melegnano e del PD) di attivare, anche con la collaborazione dell’On. Gibelli, una interrogazione ai Ministeri competenti ed ecco perché serve anche il sostegno della Regione Lombardia che spero parteciperà al Convegno che la Provincia di Lodi e l’ASL stanno organizzando (mi pare a metà Ottobre) sul rapporto ambiente e salute. Questo lavoro, in particolare sulle emissioni inquinanti, può e deve essere fatto da tutto il Lodigiano in modo unitario.
La discussione sul passato e sulla paternità politica degli atti che stanno favorendo l’insediamento di Bertonico, serve se è proiettata al futuro per non ripetere gli stessi errori.
La prima esigenza dovrebbe essere quella di ritrovare nel settore dell’energia un minimo di programmazione, seppur di tipo nuovo. In questi giorni gli Amministratori di Offlaga (Giunta di Destra) protestano come noi in Regione. Come si può lasciare solo al “privato” la possibilità di individuare il sito di una Centrale?
Nel Decreto Legge n. 7 del Febbraio 2002, fatto dal Governo Berlusconi e approvato contro il nostro ostruzionismo, si legge: “al fine di evitare il pericolo di interruzione di fornitura di energia…… la costruzione e l’esercizio degli impianti di energia elettrica di potenza superiore a 300MW, gli interventi di modifica o ripotenziamento nonché le opere connesse e le infrastrutture sono dichiarate opere di pubblica utilità e soggetti a una dichiarazione unica rilasciata dal Ministero delle Attività Produttive…”.
Questa autorizzazione si dice nel testo “ha effetto di variante urbanistica dei Piani Comunali”.
In sostanza: Comuni ed Enti Locali fuori gioco a vantaggio di una decisione centralistica del Ministero delle Attività Produttive. Infatti ad Agosto 2005 il Ministro Scaiola firmava questa autorizzazione preceduta dalle delibere della Regione Lombardia, dal V.I.A. e dall’AIA del Ministro Matteoli.
Dare la responsabilità al territorio dopo aver voluto questo decreto non casualmente chiamato “Sblocca Centrali”, è pura ipocrisia politica e prova di federalismo alla rovescia.
Il Ministro Bersani ha, infine, confermato le AIA di alcune Centrali che rischiavano di essere vanificate da una sentenza di un TAR. Anche per Bertonico, dove non c’è stato alcun atto nuovo del Governo Prodi, ma la semplice conferma dell’AIA del Ministro Matteoli. Questa scelta, che abbiamo criticato perché doveva essere lasciata alla discrezione del nuovo Governo od essere più partecipata, è stata rimediata perché il Ministero dell’Ambiente ha riconosciuto l’esigenza di rivedere l’autorizzazione integrata ambientale con un lavoro che è durato oltre un anno, dopo che, con i massimi dirigenti del Ministero, ho ricevuto a Roma le Associazioni del territorio, la Provincia ed i Comuni. L’iniziativa per ridurre le emissioni e per la qualità dell’aria è una battaglia di tipo nuovo che riguarda tutte le fonti inquinanti (industria, agricoltura, trasporti, riscaldamento, urbanistica e casa, ecc…) sulla quale il nostro Paese si è presentato in ritardo e impreparato.
Per convenzione parliamo dell’aria di Milano, Lodi, Brescia, ecc… ma tutti sappiamo che l’aria non ha confini e che dobbiamo fare i conti con la situazione di una vasta area antropizzata che è la Pianura Padana. Come si vede dalle polemiche milanesi sull’eco-pass anche nella stessa maggioranza di destra, si tratta di questioni complesse che richiedono un lavoro comune di tutte le istituzioni ed anche nuovi comportamenti sociali.
Non esistono semplificazioni e scorciatoie, ma serve una piattaforma articolata: controllo delle emissioni industriali, agricoltura e filiere corte, valorizzazione dei parchi, facilitazione del trasporto pubblico, controllo della logistica, nuove procedure nella costruzione di case, uso della bicicletta, nuova politica energetica ed energie rinnovabili, risparmio energetico, metrò di superficie nell’hinterland milanese, viabilità. Anziché ridurre le emissioni di CO2 del 6,5% le abbiamo aumentate del 12% con una penalità che, se non corretta dovrebbe aggirarsi sui 10 miliardi (2008-2012). Una Legge Finanziaria. Per questa ragione ritengo che il nuovo Governo dopo l’errore della Legge “Sblocca Centrali” che ha data il via alla Centrale di Bertonico, stia per compiere un nuovo errore con la proposta di nuove Centrali Nucleari, confermato in questi giorni dal Ministro Tremonti e inserito nella Legge Finanziaria, per le ragioni che ho già ricordato su “Il Cittadino”.
L’altra sera a Ballarò il Ministro Tremonti proponendo 5 nuove centrali nucleari, ironizzava sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico definendo tali politiche che il Governo Prodi ha fortemente potenziato, quelle del ….. “Mulino Bianco”. In sostanza, i Ministri sono gli stessi del 2005 (Scaiola e Matteoli) dopo lo “Sblocca Centrali” che ha favorito Bertonico, ora arriva il nucleare e la filosofia è la stessa.
Confrontiamoci, quindi, seriamente:
a) per attivare rapidamente la Commissione Ministeriale per la revisione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) anche con i dati e le proposte che il Convegno della Provincia e dell’ASL metterà a disposizione del territorio;
b) costruiamo anche in relazione delle prossime Elezioni Amministrative ed Europee, obiettivi più coerenti sulla qualità dell’aria (si veda l’ottimo libro del Prof. lodigiano Stefano Caserini “A qualcuno piace caldo”);
c) intensifichiamo la discussione su una nuova politica energetica ambientale per non ripetere gli errori del passato (dopo la Germania che investe sulle rinnovabili da 15 anni, in questi giorni la Gran Bretagna ha presentato il Piano Nazionale di risparmio energetico).


Gianni Piatti

N.B. Caro Direttore, nella nuova situazione di Bertonico e per conoscere anche gli obiettivi ambientali e agroalimentari dell’EXPO (oltre che di Linate, Malpensa e Alitalia) non sarebbe male conoscere le opinioni del Presidente Formigoni. Forse tu e “Il Cittadino” potete riuscire in un’impresa che ad altri sembra più difficile. E lo dico in termini assolutamente collaborativi.

RIPENSARE IL LODIGIANO

Ho letto con interesse “Il dibattito – Ripensare il Lodigiano: Po e Lambro” scritto da Canova la scorsa settimana. Da tutto il mondo scientifico è riconosciuta l'importanza strategica che il lodigiano ha dal punto di vista ecologico, purtroppo a volte sia gli abitanti che gli amministratori della nostra provincia non sembrano rendersene conto, la mia impressione è che come capita spesso stiamo sottovalutando il nostro patrimonio.
Nella nostra provincia abbiamo 19 SIC (siti di interesse comunitario cosi come sono definiti dalla attuazione della Direttiva Habitat 92/43/C.E.E) distribuiti in 14 comuni diversi, i SIC sono siti di “rilevante valore scientifico, naturale tipico o biotipico che un habitat naturale possiede, che assurge ad interesse sovranazionale e che, quindi è abbisognevole di tutela”, avere un sito di interesse sovranazionale a pochi passi da casa non è solo un motivo di vanto, è anche un’opportunità e un’arma in più per la tutela e la valorizzazione. L’amministrazione provinciale sta puntando molto sul turismo nel lodigiano e buona parte di questi sforzi sono indirizzati al turismo ecologico, è stata fatta una fitta rete di piste ciclabili che per essere riempita di cicloturisti deve necessariamente condurre in luoghi interessanti di cui il lodigiano è ricco, questi siti lungo l’asta dell’Adda, grazie anche al Parco Adda Sud, sono sfruttati al pieno delle loro possibilità mentre non hanno il rilievo che meritano lungo il Po e il Lambro, quest’ultimo fiume fortemente compromesso il cui recuperò è fondamentale per il sistema paesistico provinciale.
Come PD di Caselle Landi in questi anni abbiamo avviato e sostenuto un'importante campagna di sensibilizzazione relativa alla valorizzazione del Po lodigiano, sulla base di questo è stato rivisto lo statuto del Consorzio dei Comuni del Po, e ora mi aspetto (come chiesto da Canova) un “ pronunciamento locale forte e deciso” delle comunità il cui territorio è lambito dal fiume Lambro.
Il nostro ambientalismo è un ambentalismo maturo e condiviso lontano dagli estremismi dei decenni scorsi, il PD ha dato un forte contributo al blocco della discarica di Senna, ora abbiamo un’altra missione: dobbiamo convincere gli scettici che la tutela ambientale non è una limitazione allo sviluppo ma una tutela della persona e della società stessa. Il ricordo di rifiutopoli è cosa recente, è inutile ricordare come gli anni di menefreghismo ecologico non hanno portato nulla di buono per la collettività ma solo per una ristretta cerchia di privati.

venerdì 5 settembre 2008

BUONE NOTIZIE PER LA BASSA


A più di un anno da quando il Consigliere Comunale di Caselle Landi, Roberto Tantardini, ha sollevato la questione delle misure compensative per la presenza di siti nucleari sul territorio, il Ministro Competente, On. Scaiola, si è formalmente impegnato a rivedere i criteri con cui i fondi vengono ripartiti.
Come PD di Caselle Landi, uno dei comuni più interessati, ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo importante risultato, uno su tutti il Presidente della Provincia di Lodi Osvaldo Felissari ma anche il Consigliere Provinciale Luca Canova che ci ha sostenuto fin dall'inizio e i circoli del PD che hanno sottoscritto i nostri appelli; un sentito ringraziamento anche alla stampa locale che si è sempre resa disponibile ad ospitare i nostri interventi dando un fondamentale risalto alla nostra battaglia.
Non dobbiamo però farci trascinare dall'entusiasmo diamo atto al Ministro Scaiola di aver dimostrato sensibilità e ragionevolezza nel voler porre fine a una discriminazione che le popolazioni dei nostri territori stavano per subire. Sarà nostra cura vigilare affinché gli impegni presi dal Ministro con il Presidente Felissari siano mantenuti.

venerdì 15 agosto 2008

LETTERA CON CUI IL MINISTERO SI IMPEGNA A RIVEDERE I CRITERI CON CUI VENGONO ASSEGNATE LE MISURE COMPENSATIVE PER LA PRESENZA DI IMPIANTI NUCLEARI



Caorso, il ministro rassicura la Bassa: soldi anche per Caselle e Castelnuovo

La contropartita per la centrale nucleare di Caorso è monetaria. Sono in arrivo, infatti, le risorse anche per Caselle Landi e Castelnuovo, i comuni del Lodigiano che erano stati esclusi dalla ripartizione delle misure compensative. La novità è stata messa nero su bianco, in una lettera inviata alla provincia, dal ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Si tratta del risultato alle pressioni esercitate del presidente della provincia Osvaldo Felissari. Il ministro garantisce «un miglioramento dei criteri di ripartizione delle compensazioni attualmente in vigore, e assicura un equo trattamento dei territori sui quali sono presenti depositi temporanei». L’offensiva in difesa degli interessi della Bassa, in merito agli indennizzi previsti per gli enti locali che ospitano, o sono vicini ad un deposito di scorie nucleari, era stata lanciata da Felissari il 17 luglio scorso con una lettera da lui inviata proprio al ministro dello sviluppo economico.Nella missiva, Felissari denunciava la situazione paradossale che si era creata con la norma (DL n. 314/203 “Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi”, convertito in legge dall’articolo 1 della legge n. 368/2003) che individua la centrale di Caorso come deposito temporaneo di scorie radioattive. La norma ritiene che gli enti locali piacentini debbano ricevere sostanziosi contributi statali, mentre i comuni di Caselle Landi e Castelnuovo, vicinissimi al deposito, non debbano avere diritto nemmeno a un euro di risarcimento per il rischio al quale sono sottoposti.«Sono molto soddisfatto per l’evidente intenzione manifestata dal ministro di riequilibrare una situazione che appariva paradossale e non rendeva giustizia alle popolazioni della Bassa - spiega il presidente -. L’obiettivo dell’amministrazione provinciale è proprio quello di scongiurare il rischio che il Lodigiano venga estromesso dalla ripartizione di circa 20 milioni di euro destinati non solo ai comuni che ospitano gli impianti e i depositi di materiale radioattivo, ma anche ai comuni, tutti piacentini, che con questi impianti e depositi sono confinanti. Si è giustamente deciso di dare a Cesare quel che è di Cesare».
Da "Il Cittadino" del 12/08/2008
Cristina Vercellone

domenica 10 agosto 2008

CONSIDERAZIONI SULLA PROVINCIA DI LODI

In un periodo in cui si sente spesso parlare di tagli alla pubblica amministrazione, di comuni troppo piccoli che devono essere accorpati e di enti inutili intendiamo indurre una riflessione su quanto utile ed efficace è stata la piccola Provincia di Lodi per tutti noi lodigiani.
Negli anni antecedenti l'istituzione della Provincia di Lodi è inutile negare che per distanza e per numero di abitanti il lodigiano è sempre stato una cenerentola rispetto alla ricca e affollata Milano che in un solo quartiere può avere più abitanti dell'intera Provincia di Lodi e che data la sua natura industriale e metropolitana stentava a comprendere le istanze di una zona prevalentemente agricola e poco urbanizzata.
I numeri non erano dalla nostra parte, il bacino di utenza era piccolo, pochi erano i votanti ed era impossibile avere un gruppo di rappresentanti d'area che potessero farsi portavoce delle nostre istanze.
Nel 1992 con l’istituzione della Provincia si è avviato un percorso con gli amministratori dei comuni del territorio che si è tradotto in una collaborazione finalizzata ad una gestione più efficace delle istanze locali.
I risultati di questi anni di governo provinciale sono facilmente misurabili e sotto gli occhi di tutti, il fiore all’occhiello è sicuramente la realizzazione del Parco Tecnologico Padano un avanzato centro di ricerca scientifica a livello europeo che fra le altre cose ospita anche un prestigioso polo universitario, distaccamento dell'Università degli Studi di Milano. Non possiamo non citare che sta per essere ultimata una fitta e capillare rete di piste ciclabili che pone la nostra Provincia agli stessi livelli delle comunità nord europee, tutto questo è strettamente legato ad un progetto di valorizzazione territoriale che tiene conto anche di interessanti iniziative di tutela e conservazione come quelle attuate negli ultimi anni dal Parco Adda Sud.
Al pari della ciclopedonabilità numerosi ed importanti sono stati gli interventi relativi alla viabilità ordinaria che quando ultimati garantiranno una percorrenza fluida e sicura su buona parte del nostro territorio, è in fase di potenziamento il trasporto su rotaia che vedrà dal 2009 maggiori e puntuali collegamenti (uno ogni 20 minuti circa) con Milano cosa che in una zona ad elevato tasso di pendolarismo è particolarmente importante.
Questi sono solo i più evidenti fra gli interventi realizzati o in fase di realizzazione, ma ce ne sono altri meno evidenti ma non per questo meno importanti; per citarne uno l’istituzione del consorzio per i servizi alla persona che sta raccogliendo apprezzamenti su tutto il territorio.
Tutto questo sarebbe stato fatto se fossimo ancora in Provincia di Milano ?
Noi crediamo che questi risultati siano la miglior risposta a chi ha messo in discussione la necessità di avere la Provincia di Lodi
Gli enti pubblici, le amministrazioni e la politica sono un costo ma questo prezzo si è disposti a sostenerlo in cambio di un ritorno e di un efficienza che nel nostro caso ci sono sicuramente stati.
La Provincia di Lodi è una realtà ben amministrata la cui gestione ha dato buoni risultati, la sua costituzione non è stato un lusso o un modo come un altro per spartire poltrone ma è nata dalla necessità di un territorio che in quanto a cultura, storia e morfologia ha molto poco da spartire con la realtà milanese e non è sicuramente in questa istituzione che sono da ricercare gli sprechi e gli sperperi odiati non solo dal Ministro Brunetta ma da tutti gli Italiani noi per primi.

sabato 19 luglio 2008

CAORSO, LA PROVINCIA TORNA ALLA CARICA

da "Il Cittadino" del 18/7/2008

La Provincia torna all’attacco a fianco dei comuni lodigiani di Caselle Landi e Castelnuovo, rimasti a bocca asciutta nella richiesta di indennizzi agli enti locali che ospitano o sono vicini a un deposito di scorie nucleari. Nell’occhio del ciclone la centrale di Caorso (Pc), che in base al decreto legge su “disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, di rifiuti radioattivi”, è stato individuato come deposito temporaneo di scorie. «La situazione è al limite del paradossale - commenta il presidente della Provincia, Lino Osvaldo Felissari -; l’abitato di Caselle Landi dista dalla centrale di Caorso solo 2,5 chilometri, distanza assai inferiore a quella esistente tra la centrale e l’abitato di Caorso. E anche Castelnuovo dista solo 4 chilometri. È comprensibile che la popolazione locale sia preoccupata dai risvolti che la vicenda sta assumendo e la Provincia non si tira indietro davanti alla richiesta di aiuto che arriva dai rappresenti eletti dal popolo: i criteri per la ripartizione dei fondi devono cambiare assecondando il principio di equità». In ballo ci sono circa 20 milioni di euro che saranno ripartiti non solo tra i comuni che ospitano gli impianti e i depositi di materiale radioattivo, ma anche tra quelle municipalità che a questi impianti e depositi sono confinanti, tutti piacentini. Il presidente ha quindi scritto ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e ai presidenti della commissioni parlamentari ambiente, territorio, industria, attività produttive (presieduta dal lodigiano Andrea Gibelli). «C’è allarme e disappunto tra le popolazioni interessate - conclude Felissari - ma credo che questo clima possa essere notevolmente stemperato, tenendo conto dell’esiguo numero di siti ospitanti centrali nucleari, individuando un criterio di ripartizione più equo». R. M.

giovedì 3 luglio 2008

CENTRALE DI CAORSO: APPELLO DEI PORTAVOCE DELLA BASSA

Cari Cittadini della Bassa Lodigiana, come avete potuto osservare seguendo la stampa locale, nelle ultime settimane si è finalmente tornato a parlare di nucleare e, soprattutto, di misure compensative previste per la presenza della centrale di Caorso a pochi Km dalle nostre case. Gli interventi degli ultimi giorni hanno già spiegato in maniera più che esauriente il percorso politico e amministrativo che ha portato ad una ingiusta quanto frettolosa suddivisione dei fondi stanziati e finiti interamente alla sponda Piacentina del Po. Con questo nostro intervento noi chiediamo solamente che i “protagonisti importanti” di questa vicenda diano prova di una onestà intellettuale e di una correttezza morale degna del ruolo che ricoprono, che agiscano senza badare ai colori delle amministrazioni locali, ai campanilismi o a logiche materiali. E’ talmente ovvio che le radiazioni non seguono i confini amministrativi che un qualsiasi tentativo di negare ai paesi della Bassa parte di questi fondi oltre che essere disonesto sarebbe anche controproducente, confermerebbe infatti un modo di fare politica di cui gli Italiani sono stanchi. Questa egoista ed ingiusta gestione del denaro sarebbe un arraffare dalle casse statali senza criteri logici e condivisi, finalizzato unicamente all’interesse di pochi e non della collettività.
Qualora non bastasse il buon senso a sostenere la veridicità della nostra causa ci sono una serie di aspetti già citati dal Consigliere Comunale di Caselle Landi, Roberto Tantardini, e dal Consigliere Provinciale, Luca Canova, che avvalorano le nostre ragioni. Uno su tutti i piani di evacuazione che oltre ai comuni del piacentino interessavano anche la bassa. Ma una cosa noi teniamo a sottolineare: qui non stiamo discutendo dell’utilità o meno del nucleare in Italia, servirebbero centinaia di pagine per analizzare al meglio l’argomento, stiamo discutendo di “misure compensative” quindi di un indennizzo per un qualcosa che già c’è stato (e non siamo noi a dirlo a farlo è l’articolo 560 della legge finanziaria del 2008)
In sostanza noi portavoce dei circoli del Partito Democratico di San Rocco al Porto, Maleo, San Fiorano, Corno Giovine e Caselle Landi chiediamo ai nostri amministratori di lavorare congiuntamente per permettere ai cittadini della Bassa di poter godere di quelle misure compensative che ci spettano di diritto. Chiediamo inoltre agli amministratori piacentini di agire con il buon senso di cui sono capaci, riconoscendo l’attuale iniquità adottata per la distribuzione dei fondi, priva di ogni logico fondamento.

Butera Luca, Portavoce Circolo Partito Democratico di Maleo
Mizzi Alberta, Portavoce Circolo Partito Democratico di San Rocco al Porto
Rancati Alberto, Portavoce Circolo Partito Democratico di Corno GiovineTantardini Andrea, Portavoce Circolo Partito Democratico di Caselle Landi

LE PRIME SCELTE DEL GOVERNO: QUALI I VANTAGGI PER I LAVORATORI E LE IMPRESE?


La priorità della politica economica dovrebbe essere quella di aiutare le famiglie più bisognose anche perché, e i dati di questi giorni lo confermano, assistiamo ad una riduzione drastica dei consumi (vendite al dettaglio – 2,3%). Una ripresa dei consumi interni può contribuire anche a rilanciare la produttività delle imprese. Le prime iniziative del Governo vanno in questa direzione? Vediamole:

Casa e ICI: dopo la riduzione avviata da Prodi, ora anche i palazzi di lusso non la pagheranno.
Nella finanziaria 2008 il Governo Prodi aveva già deliberato una forte riduzione dell’ICI (fino a 200 euro in meno per tutti) e circa il 40% delle famiglie italiane non avrebbe pagato nulla (più un bonus di 1000 euro l’anno per l’affitto riservato ai giovani). Il Governo Berlusconi abolisce invece l’ICI per tutti. Risultato: i proprietari delle case di tipo signorile ringraziano; siccome il catasto è un colabrodo a Roma in Piazza di Spagna c’è solo un immobile in categoria A1 (signorile), in via Montenapoleone a Milano palazzi storici sono classificati popolari, a Lodi solo 14 pagheranno l’ICI per la prima casa, a Bologna 96, a Bergamo 72, a Varese 3, a Milano 961, a Roma 2124. I Comuni ovviamente sono in rivolta perché era l’unica tassa “federalista” e il Governo si è impegnato a restituirne una parte. Vedremo.
Detassazione degli straordinari o meno tasse per tutti sul lavoro e pensioni? A Luglio 390 euro (medi) ai pensionati decisi da Prodi (per le pensioni di lavoro fino a 700 euro):
Sono stati necessari 2500 miliardi di euro per abolire l’ICI anche per le case di superlusso. Con queste risorse si potevano realizzare detrazioni fiscali almeno per le pensioni e i redditi da lavoro più bassi che invece non riceveranno nulla. Il Governo ha invece previsto detrazioni fiscali per gli straordinari, una misura parziale che riguarderà solo poche aziende e che non premierà le donne, né la produttività (che non coincide con gli straordinari), né la stragrande maggioranza dei lavoratori. La riforma delle pensioni fatta dal governo Prodi con le organizzazioni sindacali permetterà a 2,3 milioni di pensionati italiani di ricevere la “quattordicesima” e cioè circa 390 euro (importo medio).
Robin tax, mutui, e carte prepagate:
Far pagare anche i petrolieri e i banchieri – ha detto il ministro Tremonti. Dalle parole ai fatti: coloro che in difficoltà ricontrattano i mutui avranno una ….normale dilazione di pagamento senza alcun vantaggio. La Robin tax (togliere ai petrolieri per dare ai poveri) già si smonta da sola: le autorità preposte hanno annunciato in questi giorni un aumento delle bollette elettriche dell’4,7% che significa + 68 euro l’anno (20 per la luce, 48 per il gas). Anziché ridurre fisco a lavoratori e pensionati il Governo propone una misura limitata, insufficiente, “caritatevole” e cioè una tessera, una carta prepagata di 400 euro all’anno, con una possibilità di spesa di 33 euro al mese. Con quali criteri sarà assegnata non è dato sapere. Era proprio necessaria la “tessera di povertà”? Non era meglio e più civile aumentare salari e pensioni con una riduzione fiscale? Sarà una tessera “anonima”, così facendo si ammette che può generare discriminazioni, cittadini di serie A e serie B, ingiustizie.
I salari non salgono, le tasse non scendono:
Risanato il debito finanziario, il Governo Prodi aveva aperto un confronto con le OSS e le Imprese per affrontare il tema dei salari. La crisi di governo accantonò quel progetto. E ora? Sorpresa: nel documento di programmazione economica il nuovo Governo prevede un tasso di inflazione all’1,7% che significa che i rinnovi contrattuali avranno “briciole”, anzi le organizzazioni sindacali e quelle dei consumatori stimano una perdita annua di 500 euro.
Ma c’è di più: non solo il Governo sceglie di non premiare salari e stipendi, nonostante la disponibilità dei sindacati a innovare sul rapporto salari-produttività, non solo danneggia anche le imprese verso cui confluirà il disagio sociale, ma prevede nel documento di programmazione economica che la pressione fiscale non scenderà fino al 2013 ed è prevista al 43%, esattamente come è ora! Nel programma elettorale PDL e Lega avevano scritto di volerla “ridurre gradualmente sotto il 40% del PIL”…..
Ponte sullo Stretto, Banca per il Sud, 500 milioni a Roma, federalismo fiscale (alla rovescia) e tickets. Contrordine di Formigoni e Lega: i rifiuti di Napoli in Lombardia. Il caso Alitalia.
Nonostante queste evidenti difficoltà finanziarie e delusioni (per chi ci ha creduto) il Governo ha annunciato che si farà il Ponte sullo Stretto di Messina ed anche una nuova Banca per il Sud, ha attribuito 500 milioni a Roma (Milano ha una situazione debitoria e di crediti esigibili più grave di quella di Roma) e briciole all’EXPO di Milano; per Comuni, Province e Regioni è prevista una riduzione da 9,2 miliardi e un nuovo ticket per la sanità.
Il federalismo fiscale? Rinviato ad ottobre, per ora è alla rovescia. Per quanto riguarda la “cordata” di imprenditori per l’Alitalia forse arriverà quando gli italiani saranno in vacanza. Ricordiamo che Alitalia ha avuto recentemente 300 milioni che si aggiungono ai due aumenti di capitale fatti da Tremonti: 1400 milioni nel 2002, 1007 milioni nel 2005. Il “ rosso” di Alitalia registrato nei giorni scorsi è di 495 milioni e, mentre l’ipotesi “ Air France” valutata positivamente dal governo Prodi prevedeva 2000 esuberi circa, pare che ora il piano previsto da Intesa San Paolo, incaricata da Tremonti per una proposta, ne preveda oltre 4000, con la formazione di due società, una vecchia con tutte le passività (bad company) e una nuova imperniata su Air One. Complimenti! Davvero un bel risultato…
E i rifiuti di Napoli? Contrordine per le “camice verdi”: per Bossi, ora, si possono portare al Nord, dopo che la Lega Nord ha proposto nei consigli comunali ordini del giorno “MAI I RIFIUTI DI NAPOLI”. Il che dimostra che il tema dei rifiuti e la Campania, che pure ha responsabilità enormi, sono stati utilizzati dal centrodestra per pura convenienza politica.
Sicurezza sul lavoro e precari: si torna indietro.
Anche su questi temi che dovrebbero unire il paese in una battaglia di civiltà, il neoministro Sacconi critica le odiose “sanzioni” del testo unico sulla sicurezza del lavoro. L’inasprimento delle normative e delle penalità realizzato dal Governo Prodi viene giudicato ora negativamente, dopo centinaia di morti sul lavoro. Idem sui lavori usuranti con tre miliardi, la copertura finanziaria del Governo Prodi, che potrebbero essere erogati a coloro che svolgono attività faticose.
Bloccate infine le norme per l’assunzione dei precari.
Nucleare “mon amour”; e le energie rinnovabili? Possibile intesa sulla TAV Torino-Lione.
L’agenzia internazionale dell’energia prevede che al 2030 il nucleare, dal 6,5 attuale, passerà al 5%, cioè diminuirà. Dal 1978 negli USA non si fanno centrali nucleari, idem in Europa ( una sola in Finlandia) anche perché si stanno facendo ricerche sul nucleare di quarta generazione con nuove fonti quali il torio (lo ricorda il premio nobel Rubbia) non pericoloso e costoso come è l’Uranio. L’Italia infatti non ha ancora dato una soluzione alle scorie radioattive delle vecchie centrali. Il popolo italiano ha votato no al nucleare con un referendum? Ma che importa? Il ministro Scaiola, quello che ha autorizzato la centrale di Bertonico con il ministro Matteoli e Formigoni, vuole farne almeno 5 e portare il nucleare al 25% della produzione energetìca nazionale per ridurre i costi dell’energia elettrica. Sa il ministro che ci vogliono 10 anni per fare una centrale nucleare? E che queste centrali rischiano di nascere già vecchie e superate? Non è meglio insistere sulle energie rinnovabili, come ha fatto Prodi, incentivandole fortemente, come fa da oltre un decennio la Germania che ha creato sulle rinnovabili migliaia di imprese e di occupati? Sulla TAV Torino-Lione passi avanti grazie a due anni di discussione con i Sindaci mentre l’attuale Sottosegretario Martinat chiede di “utilizzare l’esercito” per aprire il cantiere.
Con queste misure sono stati buttati al vento più di 4 miliardi di euro, nessun aumento di salari e pensioni, nessun stimolo alla crescita della produttività.

venerdì 27 giugno 2008

NUCLEARE A CAORSO


Caro Direttore,
noi siamo cittadini della Bassa Lodigiana, una zona della nostra Provincia che, diciamo la verita’, è stata in buona parte dimenticata nel corso di questi ultimi anni. Il Cittadino ha dato ampio spazio ai nostri cahiers de doléances, ma non siamo nella Francia del 1789 ed è difficile farsi ascoltare. Ragion per cui ci rivolgiamo per l’ennesima volta a questo giornale per fare il punto sulla situazione della centrale dimessa di Caorso, sui costi che il nostro territorio ha sopportato e sui risarcimenti che non sono mai arrivati.
La storia di Caorso è nota a tutti i lettori, ma non tutti fra loro sanno che l’esistenza di questa centrale ha dato origine, nel tempo, a una cascata di risarcimenti assolutamente legittimi che, tuttavia e per ragioni inspiegabili, si è riversata solo sulla parte piacentina del Po. Per la parte lodigiana, che ha subito lo stesso rischio potenziale per l’esistenza della centrale, i governi che si sono succeduti negli ultimi anni non hanno riservato alcun risarcimento. Non stiamo parlando di poca parte del territorio, bensi’ di comuni come San Rocco al Porto, Santo Stefano Lodigiano, Caselle Landi Corno Giovine, Cornovecchio, Maleo, Meleti, Maccastorna, Castelnuovo Bocca d’Adda. Nove comuni, e alcune migliaia di persone che vivono da anni con vista sulla poco rassicurante cupola del buon vecchio “Arturo”, al pari dei comuni di Caorso, San Pietro in Cerro, Monticelli e Pontenure, ma che al contrario di questi convivono con il rischio nucleare senza alcun tipo di riconoscimento.
Eppure i piani di evacuazione, tristemente noti negli anni ’80, coinvolgevano l’intera Bassa Lodigiana in caso di incidente grave e questa rimane la miglior dimostrazione del fatto che l’eventuale fall out della centrale, fosse dovuto a malfunzionamento o ai depositi di scorie tuttora presenti, non avrebbe riconosciuto alcun confine amministrativo ma si sarebbe espanso su buona parte della bassa pianura, indipendentemente dai confini amministrativi.
Il nostro territorio ha sperimentato insomma gli stessi problemi, ospitato gli stessi elettrodotti, ha subito la costruzione della diga di isola Serafini che ha devastato l’ecologia di tutto il tratto mediano del Po, attinto alla stessa acqua dei nostri amici di oltre Po.
Ed è quindi giusto, pensiamo, che questo stesso territorio, dopo aver sperato per un paio d’anni che un minimo di giustizia gli venisse restituita, si faccia oggi interprete in prima persona di questa necessita’. Soprattutto oggi che si vocifera di una possibile riattivazione della centrale nucleare. Avremo modo di parlare di questo specifico aspetto della vicenda, ricordando che le ultime stime della catastrofe di Chernobyl parlano, in un territorio immensamente meno popolato del nostro, di piu’ di 500.000 morti e di milioni di contaminati a causa del fall out della centrale ucraina.
Oggi siamo ad annunciare un’ iniziativa di semplice giustizia amministrativa, che i rappresentanti politici di questo territorio hanno deciso di attivare autonomamente, senza piu’ aspettare le lungaggini di apparati politici e istituzionale che sembrano aver perso qualsiasi rapporto dialettico con i territori che vorrebbero rappresentare.
Cari lettori, sono state fatte tante richieste e scritte tante lettere. L’impegno da parte di tutti in questa fase “redazionale” non si discute. Ma di risposte il territorio non ne ha ricevute. Ora come ora, la questione dei risarcimenti sta nell’art. 560 della Legge Finanziaria del 2008 che stabilisce che “i risarcimenti si ripartiscono …omissis….nonche’ nei comuni confinanti qualora situati in provincie diverse nel raggio di 10 Km dall’impianto medesimo”. Letta così, sembrerebbe che il caso sia risolto. Ma cosi’ non è, perche’ l’interpretazione ministeriale è che questo articolo della finanziaria vale solo per l’area circostante il deposito nazionale delle scorie nucleari (peraltro ancora da individuare, dopo la rivolta di Scanzano).
Noi abbiamo poca dimestichezza con il latinorum della legge statale, ma ci sembra che questa storia debba finire e vorremmo annunciare ai lodigiani quel che riteniamo giusto fare e che proveremo a fare. Riassumiamo obiettivi e azioni:
1-la Bassa Lodigiana è sottoposta al medesimo rischio della Bassa Piacentina, ed è abitata da cittadini italiani sensibili alle radiazioni, come tutti gli appartenti al genere umano.
2-pertanto, ogni misura compensativa che va a sostegno della Provincia di Piacenza e dei paesi della bassa piacentina, deve essere riconosciuta alla Provincia di Lodi e ai paesi della bassa lodigiana
3-l’interpretazione normativa deve includere tutti i siti in cui siano presenti vecchi impianti, scorie da processare, reattori da smantellare, per un raggio di 10 km centrato sull’impianto
4-questa misura compensativa deve essere inserita nella prossima finanziaria, in modo tale da rendere appostabili i fondi nei bilanci comunali del 2009.
Queste sono le nostre richieste. Per renderle “dinamiche” abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti provinciali di formalizzarle, in forma di lettera prima e di interrogazione poi. Oggi è venuto il momento di una nuova fase: chiediamo agli stessi rappresentanti di formalizzare un ordine del giorno urgente in Provincia di Lodi e in Regione Lombardia, chiedendo a tutte le forze politiche di aderire con spirito bipartisan a questa iniziativa. Poi chiederemo a tutti i sindaci della Bassa Lodigiana di approvare lo stesso Ordine del Giorno e di trasmetterlo al Governo.
E a ottobre, insieme ai nostri rappresentanti consigliari, andremo a Roma a presentare queste richieste al Ministro competente.
Nel frattempo chiediamo ai quotidiani locali di tenere viva l’attenzione su questo importante tema e ai lodigiani di sostenerci.
E’ una questione di giustizia e di dignita’, per il Lodigiano e per la Bassa.
Luca Canova (Consigliere Provinciale-Lodi)
Roberto Tantardini (Consigliere Comunale Caselle Landi)

domenica 22 giugno 2008

INTERVISTA AL CONSIGLIERE COMUNALE ROBERTO TANTARDINI SULLA QUESTIONE CENTRALE DI CAORSO

Roberto Tantardini, 42 anni, consigliere comunale di Caselle Landi; hai deciso di sollevare la questione dei mancati indennizzi della centrale nucleare di Caorso al territorio. Spiegaci perchè

Perché vivo come altri cittadini del basso lodigiano sotto la tettoia convessa di “Arturo” ma, a differenza dei cittadini della provincia di Piacenza, da questa vicinanza ho ricavato solo ansia e preoccupazione, non fondi e risarcimenti!
Quindi, detto in pillole: siccome la centrale nucleare è stata ed è un elemento di preoccupazione oltre che per i “piacentini anche per i lodigiani, credo sia giusto che sia gli uni che gli altri condividano oltre alle preoccupazioni anche i “relativi” vantaggi.

Perché parli di vantaggi “relativi”?

Perché nessuno di noi, sia piacentino che lodigiano, sia di destra che di sinistra, ama convivere con una centrale nucleare dopo gli eventi di Chernobyl. Hanno un bel dire quanti affermano che quella era una centrale di vecchia concezione. Io non sono un fisico nucleare, ma mi limito alle cifre: 500.000 morti e 4.000.000 milioni di contaminati. Del resto sia le popolazioni lodigiane che piacentine hanno subito la stessa dose di irraggiamento per le quali sono state stanziate adeguate misure compensative, circa 20 milioni di Euro, che ad oggi sono solo nelle disponibilità del Comune di Caorso e della Provincia di Piacenza

Spiegaci meglio cosa vuoi

Semplice. Noi vogliamo gli stessi diritti dei nostri amici piacentini, visto che abbiamo condiviso gli stessi “oneri”. Loro avevano Caorso? Bene, anche noi avevamo Caorso. Loro vivevano con il rischio? Bene , anche noi, che viviamo a poche centinaia di metri dal reattore. Loro avevano paura? E come pensate che si vivesse a Caselle Landi e nella Bassa Lodigiana nel 1986 (anno della catastrofe di Chernobyl)?

Del resto il nostro territorio ha sperimentato gli stessi problemi, i piani di evacuazione, tristemente noti negli anni ’80, coinvolgevano l’intera Bassa Lodigiana in caso di incidente grave e questa rimane la miglior dimostrazione del fatto che l’eventuale fall out della centrale, fosse dovuto a malfunzionamento o ai depositi di scorie tuttora presenti, non avrebbe riconosciuto alcun confine amministrativo ma si sarebbe espanso su buona parte della bassa pianura lodigiana e piacentina.
Noi vogliamo una cosa molto semplice: che la finanziaria 2009 riconosca al Lodigiano gli stessi riconoscimenti che la finanziaria 2008 garantiva al Piacentino. Niente di più. Niente di meno.

A chi ti sei rivolto per avanzare queste richieste?

Abbiamo un consigliere provinciale, che come noi, è legato alla Bassa Lodigiana. Si chiama Luca Canova e finora non ci ha deluso, anzi, abbiamo fiducia in lui e nella sua intraprendenza, ma per me il livello provinciale è solo un primo passo. Dobbiamo arrivare al governo.

Qualcuno sostiene che il comportamento del governo Prodi sia insoddisfacente, almeno per queste richieste.

In verità la legge 368 del 24/12/2003 varata dal Governo Berlusconi esclude il territorio lodigiano perché le misure compensative sono previste solo per il comune ospitante l'impianto e la provincia di appartenenza del comune stesso, successivamente il governo Prodi non ha colmato questa lacuna pertanto i livelli insoddisfacenti, veri o presunti che siano, si valutano in rapporto ad una alternativa. Sarò il primo a riconoscere meriti ad altri governi, se questi ci garantiranno quello che Berlusconi prima, e Prodi poi, non ci hanno garantito. Aspettiamo e vediamo. Per ora sono paragonabili.

In sintesi cosa chiedi?

Il riconoscimento economico per l'irraggiamento subito. Ripeto: niente di più, ma niente di meno.

Finora che tipo di risposta hai ottenuto?

Abbiamo presentato un’interrogazione in Provincia di Lodi, e garanzie di impegno da parte della Giunta Provinciale

E poi cosa farai?

Chiediamo un ordine del giorno urgente in Provincia di Lodi e in Regione Lombardia, nel quale si chiarisca che, a partire dalla finanziaria 2009, tutti i siti che ospitano centrali nucleari hanno diritto a ripartire fondi compensativi, indipendentemente dai confini regionali, provinciali o comunali, entro un raggio di 10 chilometri dal sito nucleare. Poi chiederemo a tutti i sindaci della Bassa Lodigiana di approvare lo stesso Ordine del Giorno e di trasmetterlo al Governo.
Chiederò inoltre ai nostri rappresentanti consigliari in Provincia e Regione di presentare queste richieste al Ministro competente.
Ed infine un appello ai quotidiani locali e ai lodigiani di sostenerci. E’ una questione di giustizia e di dignità, per il Lodigiano e per la Bassa.

lunedì 9 giugno 2008

LATTE: CON GLI AGRICOLTORI

La Lombardia produce il 40% del latte nazionale ed il Lodigiano ne è seriamente il cuore, con una tradizione secolare, ma anche con una capacità di innovazione, di ammodernamento delle stalle, delle tecnologie e della qualità del latte che fanno del nostro territorio un’area nazionale ed europea.
Questo prodotto che ci viene invidiato e di alta qualità, lo si deve al lavoro paziente e tenace di tanti agricoltori che hanno saputo selezionare le razze, strutturarsi in cooperative, utilizzare gli esiti della ricerca agricola che nel nostro territorio ha ben cinque Istituti di Ricerca ministeriali a partire da quello per il latte e quello per le foraggere e la Fondazione Parco Tecnologico.
La trattativa per il prezzo della nuova stagione (che va dal 1 Aprile al 31 Marzo dell’anno successivo) si è interrotta l’8 Maggio scorso: gli allevatori chiedono di mantenere il prezzo attuale, 42-43 centesimi al litro, la metà di un caffè al bar; le industrie del latte chiedono invece di trattare sulla base di 36,74 centesimi che hanno rappresentato il prezzo medio, secondo loro, degli ultimi 12 mesi.
Le Associazioni industriali dicono di non essere in grado “di offrire l’importo richiesto” anche se, dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, le trattative riprenderanno Martedì 10 Giugno p.v.
La Segreteria Provinciale del Partito Democratico condivide le richieste delle 00.SS Agricole e ritiene che, con le industrie del settore, debba essere trovata un’intesa, anche perché il prezzo al consumatore è enormemente più elevato anche se dipende dai vari tipi di latte in commercio:fresco, pastorizzato, microfiltrato, a lunga conservazione.
L’intesa è necessaria anche per riequilibrare i rapporti nella filiera, a cominciare dalla grande distribuzione.
Il P.D. in questi anni ha operato nelle Istituzioni ed in Parlamento per offrire ai produttori più potere contrattuale, per facilitare il ruolo delle cooperative agricole e le associazioni dei produttori, per normative tese a rendere possibile la “vendita diretta”, e mercati degli agricoltori nei Comuni e la presenza di prodotti tipici e “territoriali” nella grande distribuzione, per assecondare quelle “filiere corte”, che possono offrire latte e prodotti di qualità ai consumatori.
In tal senso vanno molte iniziative assunte dalla Provincia di Lodi a partire anche dal marchio “Lodigiano Terra Buona”.
La Federazione del P.D. del Lodigiano seguirà attentamente questa vertenza sostenendo le ragioni degli agricoltori, auspicando un’intesa rapida con il settore industriale anche dopo il prezzo più elevato pattuito in Germania ed in altri Paesi Europei, così come seguirà attentamente l’altra grande vertenza che riguarda i suinicoltori che potrebbe avere contraccolpi sulle 16 DOP della salumeria italiana, tra cui i prosciutti di Parma e San Daniele, dove il “copione” è analogo e dove il lavoro dei suinicoltori “è pagato il 30% in meno in termini assoluti rispetto al 1992” (Presidente Gusamaroli).
La Federazione del P.D. del Lodigiano chiede ai propri Circoli di assumere iniziative di sostegno agli agricoltori, essenziali anche per la tutela ambientale e del territorio, e chiede ai Sindaci e alle Amministrazioni Comunali di assumere iniziative a sostegno di queste giuste vertenze.



La Segreteria Provinciale PD
Il Segretario Provinciale
Giuseppe Russo







Lodi, 9 Giugno 2008

mercoledì 14 maggio 2008

DISCARICA DI SENNA UNA BATTAGLIA VINTA !!!

NESSUNA DISCARICA SORGERA' SULLA SPONDA DEL PO


La Conferenza di Servizi convocata dalla Regione Lombardia nei giorni scorsi, ha bocciato il progetto della CRE che chiedeva l’autorizzazione per la realizzazione di una megadiscarica di 3 milioni di metri cubi in località Bellaguarda di Senna Lodigiana.
Si mette così fine ad una vicenda che aveva dell’incredibile e che ha costretto ad una mobilitazione pressante, quasi giornaliera, centinaia di persone, cittadini di quell’ansa di territorio lodigiano che è orgoglio e vanto naturalistico di tutto il territorio.
Da luglio 2007, quando la CRE presenta la richiesta di autorizzazione pochi giorni prima dell’entrata in vigore della nuova Legge regionale, abbiamo assistito ad una forte azione di contrasto sviluppata dalle popolazioni locali, dal Comitato antidiscarica, dai partiti, dalle Amministrazioni Locali e dalla Provincia.
Tutti insieme abbiamo prodotto un fronte compatto e propositivo che è stato capace di bloccare ogni tentativo di abuso territoriale, ogni azione che cercava di dribblare le norme che vincolano gli operatori economici a precise regole di comportamento.
Si tratta di una vittoria di chi, con testardaggine, ha visto l’abnormità della proposta della CRE e ha lavorato in ogni sede, dai Consigli comunali fino alle Commissioni consiliari regionali, per controbattere punto su punto un progetto che si è dimostrato lesivo dell’interesse collettivo e del bene pubblico primario, che è l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo.

Il Partito Democratico esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto.

Vede in questa vittoria il premio per il lavoro svolto dagli Enti locali lodigiani: Comuni
e Provincia e il risultato dell’azione efficace dei Consiglieri regionali del PD e del Centrosinistra nel vigilare sull’azione istituzionale della Regione Lombardia.
Tutto è stato fatto per dare alla nostra gente un futuro più vivibile e sicuro.
La battaglia di Bellaguarda è stata una battaglia di liberazione e come tale va salutata e ricordata. Costituisce un modello d’azione che deve servire da esempio per il futuro affinché nessuno possa pensare di sfregiare il nostro territorio con comportamenti puramente speculativi e distruttivi delle risorse lodigiane.

PARTITO DEMOCRATICO LODIGIANO
GRUPPO PARTITO DEMOCRATICO REGIONE LOMBARDIA

sabato 10 maggio 2008

LETTERA DEL CIRCOLO PD DI CASELLE LURANI

Caselle Lurani, 08 maggio 2008


Caro Giuseppe,

scusandomi con te e con gli amici del partito per il ritardo con il quale faccio pervenire questa lettera e non avendo potuto partecipare all’ultima riunione del Coordinamento provinciale per impegni personali, consentimi brevemente alcune riflessioni che desidero porre all’attenzione della segreteria; riflessioni che nascono, prendendo spunto da quanto emerso in sede di riunione del nostro Circolo di Caselle Lurani, a commento dei risultati elettorali di carattere nazionale, ai quali peraltro si sono aggiunti quelli alquanto inaspettati delle amministrative romane.

Appare oggi più che mai necessaria una forte sollecitazione delle classi dirigenti del neonato Partito Democratico ad un forte cambiamento nella gestione interna dei processi decisionali, i quali, a fronte anche di quanto espresso dai cittadini in sede di votazione, dovranno necessariamente affrancarsi da un persistente e deleterio spirito “centralista”, pena altre e non permettibili delusioni elettorali.

Sembrerà forse superfluo evidenziarlo ma dobbiamo riconoscere che il largo consenso conferito alla Lega, in questi termini appare significativo. Esso non manifesta soltanto un forte desiderio di sicurezza, riflesso in un semplice voto di protesta; esso incorpora altresì una forte componente ideologica che trasversalmente alle due aree, di centro-destra e di centro-sinistra, evidenzia in parte una voglia di autoconservazione e una paura verso il “mutamento” sociale, ma dall’altra rileva innegabilmente un forte desiderio di autonomia nei processi decisionali da parte dei territori, richiesta che non trova la ragionevole corrispondenza ed il giusto spazio nelle strutture dei grandi partiti, fra i quali purtroppo anche il nostro.
Mi preme sviluppare qualche riflessione su quest’ultimo punto.

E’ innegabile che negli ultimi anni si sia assistito ad un generale processo di decentramento e di devoluzione di funzioni amministrative, dal Governo centrale ai Governi periferici. Tutto ciò, allora come Margherita e come D.S. ci ha visto protagonisti. Non dimentichiamo che fu l’allora Ministro della Funzione Pubblica, il prof. Franco Bassanini, esponente del centro-sinistra ad attuare tali riforme. E’ altrettanto innegabile che fu con legge n. 3/2001, nella penultima legislatura di centro-sinistra che fu costituzionalizzato il principio di sussidiarietà, per il quale competenze e decisioni debbono essere esercitate ed assunte il più possibile vicino ai cittadini, salvo esplicite ragioni di adeguatezza. Tutto ciò fu previsto e da noi condiviso, proprio per garantire un maggiore protagonismo dei territori nelle scelte amministrative fondamentali. Peccato però che l’intero processo non sia stato debitamente accompagnato da un progressivo “federalismo politico” in grado di coinvolgere i partiti radicati negli stessi territori e spronarli all’elaborazione di strategie politiche, da concertare con i livelli di partito superiori e che proprio perché ispirate a livello locale, fossero il frutto della conoscenza del proprio territorio e della consapevolezza dei suoi reali bisogni; scelte “calate” dall’alto, assunte in modo centralistico, hanno invece prodotto il risultato di allontanare buona parte dei cittadini dagli stessi partiti, ritenuti troppo distanti dalle loro concrete esigenze. Seppur con la magra consolazione di esprimere lieve soddisfazione per l’accettabile consenso elettorale conferito ad un partito che per la prima volta si e’ presentato dinnanzi agli elettori, e’ plausibile ritenere che tale questione non possa non essere portata in discussione sui tavoli adeguati.

Diventa sempre più rilevante accelerare il processo federalista del nostro partito, a maggior ragione perché nuovo e riformista. Non e’ sufficiente parlare ai cittadini nei nostri piccoli paesi e dialogare con essi, come qualcuno in modo semplicistico ritiene, ma bisogna dimostrare loro che la politica e’ in grado di sapere e soprattutto di poter decidere con loro e per loro. In questa direzione potremo per di più gradualmente recuperare la possibilità di ripresentare il nostro simbolo, anche nei momenti elettorali delle piccole municipalità, senza aggrovigliarci in liste civiche spesso ingessate dalla loro composita eterogeneità.
Siamo consapevoli che un tale cambiamento culturale non e’ compito agevole ma tuttavia dobbiamo porci obiettivi sfidanti se vogliamo costruire un progetto che sia proprio culturalmente valido.
Partendo da qui, si tratta di avviare un serio processo di strutturazione e radicamento del partito a livello locale, ove nell’ambito di un indirizzo generale definito a livello nazionale, si possa tra l’altro pervenire ad autonome decisioni riguardo le candidature al Parlamento nazionale, si possano decidere autonomamente le proprie strategie, comprese le alleanze elettorali per amministrative e regionali.
Appare utopistica e priva di fondamento l’idea di un partito federale strutturato sulla base di alleanze variabili, discrezionalmente decise nei territori, proprio perché ritenute magari più adeguate agli interessi locali? Non abbiamo forse detto di voler costruire un partito di idee e non di ideologie? Non e’ forse la condivisione di idee che può costituire una base di partenza per la costruzione di quella sintesi politica, divenuta il nodo centrale dell’azione del PD?

Così facendo forse sarà possibile conseguire due obiettivi fondamentali:

· Accompagnare politicamente e culturalmente il completamento di una seria e ben costruita riforma in senso federale dello Stato, sottraendo in tal modo al centro-destra e soprattutto alla Lega, il protagonismo su di una questione che se spogliata da fuorviante propaganda e da un’ideologia interessata, risulta assai rilevante per l’interesse generale del paese.
· Riavvicinare il nostro partito al territorio in modo tale che sulla base di una “leale collaborazione” tra i suoi differenti livelli, sia proprio la sua dirigenza locale ad elaborare ed a concertare decisioni i cui effetti ricadono all’interno del territorio stesso, evitando così inopportune conflittualità tra partito locale e partito nazionale su questioni e temi estremamente importanti (vedi la recente vicenda della Centrale di Bertonico).

Non potrà forse essere una semplice e magari poco accurata riflessione di qualche iscritto a risvegliare le coscienze di qualche nostro dirigente nazionale, ma il tema e’ centrale e all’interno di un partito che si definisce “democratico”, anche un piccolo Circolo, qual’e’ il nostro, ritiene che se vogliamo ambire a qualcosa di grande e forte, la questione dovrà essere necessariamente considerata e approfondita.

Con amicizia,


Davide Vighi
Portavoce PD
Circolo di Caselle Lurani

PRESA DI POSIZIONE DEI PARTITI DELL'UNIONE DI CENTRO SINISTRA CONTRO LE STRUMENTALIZZAZIONI IN ATTO SULLA VICENDA CENTRALE DI BERTONICO TURANO

In merito alla vicenda dell'insediamento della Centrale di Bertonico/ Turano il centro destra locale continua nell'opera di sciacallaggio avviata durante la recente campagna elettorale, ma si guarda bene dal dire che impegni intende assumere sia nell'ambito della Regione Lombardia dove Lega e Popolo della Libertà governano, sia, ora che hanno vinto le elezioni, nel prossimo Governo nazionale, presieduto dall'On. Silvio Berlusconi, che lo ricordiamo fu il Governo che nel 2005 approvò l'insediamento di questa centrale. E' necessario sottolineare questi aspetti perchè, dopo il recente annuncio di Sorgenia di dare avvio ai lavori di urbanizzazione dell'area, ci sono da una parte Enti Locali e Forze Politiche, quelle di centro sinistra, al Governo del territorio, che non si sono poste su un terreno di strumentalizzazione, ma di fronte ai problemi creati da un insediamento che, qualunque cosa ne dicano Lega e PdL, non hanno voluto i Comuni, si sono rimboccati le maniche, hanno lavorato ed hanno ottenuto impegni formali a livello governativo per istruire la revisione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, che può permettere di riconsiderare la decisione di insediamento.
Mentre, invece, le forze politiche di centro destra, continuano strumentalmente a ripetere lo stesso ritornello della responsabilità degli Enti Locali del Territorio che non ha assolutamente fondamento alcuno. Omettono infatti di dire:

  • che la Giunta Regionale di Roberto Formigoni ha approvato una delibera che ha dato il via libera all'insediamento di Sorgenia e tale delibera non è mai stata modificata;
  • che il Ministro Matteoli ha rilasciato l'Autorizzazione Integrata Ambientale senza effettuare tutti i necessari approfondimenti, tant'è che oggi è possibile rivedere tale autorizzazione in quanto l'autorità preposta ne ha riconosciuto l'insufficienza;
  • che i piani di lottizzazione dei Comuni, di cui tanto si parla, sono divenuti inservibili a seguito dell'entrata in vigore del decreto sblocca centrali del Ministro Marzano, anche lui esponente del Centro destra.

Probabilmente PdL, Lega e AN sono convinti, su questa base, di potere acquisire dei crediti politici da utilizzare il prossimo anno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale e dei Consigli Comunali. Ma noi domandiamo loro: è questo l'interesse del nostro territorio? Noi siamo convinti di no, che oggi sia necessario che ognuno operi seriamente per la parte politica che rappresenta per concorrere a modificare le decisioni assunte e restiamo in attesa che i vari Guidesi e Pedrazzini e Regali diano una risposta alle domande che ancora recentemente il coordinamento per il no alla centrale ha rivolto con una lettera aperta a tutti gli esponenti politici del territorio:

1) cosa intende fare il Centro destra in Regione Lombardia per modificare la decisione , ribadita ancora recentemente dal Vicepresidente della Giunta Regionale, on.le Beccalossi, di considerare rispondente agli interessi regionali l'insediamento di una Centrale nell'area di Bertonico Turano?
2) Cosa intendono fare gli esponenti del Centro Destra eletti nel Parlamento Nazionale, presenti il 6 aprile alla Cascina Colombina, per supportare la decisione, assunta dal Ministro uscente dell'Ambiente, convalidata dal Presidente della Commissione istruttoria AIA e fatta propria dal Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente, di procedere ad una revisione di tale autorizzazione?
Se si vuole dimostrare di avere a cuore gli interessi del territorio, occorre dare una risposta chiara a queste domande, che non rivolgiamo noi, ma che rivolgono uomini e donne interessati alla tutela della propria salute e dell'ambiente in cui vivono; in caso contrario si ha in mente solo l'interesse di parte, ma non l'interesse del territorio in cui viviamo.
Da parte nostra, come forze politiche del centro sinistra, riteniamo di avere dimostrato concretamente questa volontà acquisendo l'impegno per la modifica dell'AIA e intendiamo continuare con coerenza su questa strada convinti che ci permetterà di acquisire ulteriori risultati positivi. In questo siamo confortati dal fatto che questa modalità, sperimentata per impedire l'arrivo della mega discarica di Senna, ci ha permesso di scongiurare anche questo pericolo.Ma forse è proprio questo risultato che brucia in modo particolare al centro destra, che ha sempre sostenuto che la Provincia di Lodi non sarebbe stata in grado di opporsi, e che lo porta ad assumere un atteggiamento così pretestuoso. Ma anche qui, ne stiano sicuri, non faranno molta strada.



I PARTITI DELL'UNIONE DELLA PROVINCIA DI LODI




Lodi, 8 maggio 2008

giovedì 1 maggio 2008

Lettera Sen. Gianni Piatti

Cari amici,

a conclusione dell’impegno svolto al Ministero dell’Ambiente mi pare opportuno ricordare una parte del lavoro fatto:

  • Ho partecipato costantemente ai lavori della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati presieduta dall’On. E.Realacci e, qualche volta anche alla Commissione Ambiente del Senato
  • rappresentato il Ministero dell’Ambiente al CIPE e alla Conferenza Stato–Regioni convocati mensilmente
  • presieduto la commissione interministeriale CIPE per il controllo delle emissioni inquinanti e quella per lo “sviluppo sostenibile”
  • presieduto il Comitato Istituzionale del Po e quelli degli altri fiumi italiani
  • rappresentato il Ministero dell’Ambiente al comitato per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane
  • rappresentato il Ministero dell’Ambiente a numerose missioni internazionali


Con riferimento al nostro territorio, ricordo:

  • l’impegno per una corretta programmazione della politica energetica ed il risultato dell’AIA per la centrale di Bertonico-Turano, in collaborazione con Provincia e Comuni
  • l’approvazione al CIPE del progetto per la metropolitana sino a Paullo e per la riqualificazione della Paullese
  • il lavoro realizzato con la Provincia per la riduzione delle emissioni inquinanti dell’impianto di Tavazzano
  • l’impegno per l’approvazione della normativa sulle “vendite dirette” degli agricoltori e per un’agricoltura sostenibile (mitrati, biologico, tracciabilità dei prodotti, parchi e aree protette ecc..)
  • il lavoro svolto (commissioni ambiente, legge finanziaria e decreti) per potenziare le energie rinnovabili
  • l’impegno per riqualificare e difendere il ruolo degli Enti Pubblici nella gestione dell’acqua e per nuovi progetti per il Po (180 milioni deliberati nell’ultima riunione del CIPE)
  • l’impegno per il Piano Nazionale delle Bonifiche approvato e finanziato dal CIPE (Cerro al Lambro, Caffaro (BS), laghi di Mantova, Sesto S.Giovanni, Broni (PV) ecc…
  • il lavoro per svolgere a Milano la prima Conferenza Nazionale sulla bicicletta che ha permesso di istituire un “ufficio nazionale per la bicicletta”



    ALCUNE INIZIATIVE SVOLTE NEI MESI SCORSI


    BIENNO (BS): incontro con volontari ambientali di Legambiente .
    LUINO (VA): inaugurazione Ostello per giovani volontari ambientali.
    FORLI’: iniziativa pubblica sul tema dei rifiuti.
    BOLOGNA: intervento al convegno sul Piano delle acque della Regione Emilia Romagna.
    GENOVA: incontro pubblico alla festa de l’Unità provinciale sulle politiche ambientali.
    PAVIA: inaugurazione di una fattoria sociale, di un progetto per disabili e per acquisti “verdi”.
    ROMA: convegno Utilitatis e ANEA sul servizio idrico integrato:
    ROMA :partecipazione all’iniziativa di Legambiente e premiazioni dei comuni “ricicloni”
    LODI: inaugurazione nuova sede Parco Adda Sud.
    LODI : conferenza ambientale dell’amministrazione comunale.
    CASTELNUOVO (LO): incontro pubblico sulle energie rinnovabili in agricoltura.
    MANTOVA: incontro con il Sindaco e amministratori sul piano relativo alle bonifiche industriali.
    ERBA (VA): inaugurazione della Fiera dell’artigianato e conferenza sui problemi del codice ambientale.
    CREMONA: convegno nella Fiera agricola sulle biomasse.
    BRESCIA: inaugurazione nuova sede provinciale dell’AVIS.
    RIMINI: partecipazione alla Fiera di Ecomondo e interventi ai convegni sul “compostaggio” e sugli oli vegetali.
    RIPATRASONE (AP): conclusioni al convegno nazionale sulle Fattorie sociali.
    MILANO: conferenza lombarda Lavoratori Agroalimentari CGIL.
    MILANO: Fiera di Milano: convegno sulle politiche per la bicicletta.
    PESARO: incontro pubblico alla festa nazionale de l’Unità sul governo del territorio.
    PESARO: conclusioni al convegno sul piano ambientale delle Marche.
    COMACCHIO (FE): convegno sui Parchi e aree protette.
    MASERADA SUL PIAVE (TV): convegno pubblico sui rifiuti.
    SOGLIANO AL RUBICONE (FC): convegno sui rifiuti e sul ruolo delle aziende pubbliche.
    IDRO (BS): incontro con il Sindaco, amministratori e associazioni sui problemi del lago.
    ROMA: conclusioni convegno COBAT.
    LECCO: incontro con amministratori e visita al Parco Adda Nord.
    BARI: a “Mediterre”, conclusioni al convegno “I parchi e la pace”.
    POZZUOLI (NA): conclusioni convegno Formez sui Parchi e aree potette.
    LODI :conclusioni convegno su “Il reticolo idrico di pianura”.
    MANTOVA: conclusioni al convegno della Fiera Agricola sulle energie rinnovabili.
    MILANO: incontro con i Presidenti dei Parchi della Regione Lombardia.
    MILANO: convegno pubblico regionale sulla gestione del Protocollo di Kyoto e inquinamento atmosferico.
    RIPESCIA (GR): intervento Convegno nazionale Legambiente sulle energie rinnovabili.
    CAMERINO – UNIVERSITA’: convegno sulle aree protette.
    ABBIATEGRASSO: incontro pubblico sul fiume Ticino.
    MANTOVA: Convegno sul Po dell’Amministrazione provinciale.
    BELLUNO: relazione al Convegno della Presidenza del Consiglio sulla Convenzione delle Alpi.
    ROMA: relazione convegno ENEA sui mutamenti climatici.
    PADOVA: visita alla fiera ed intervento al convegno di legambiente sui veicoli meno inquinanti.
    COMACCHIO: inaugurazione fiera e conclusioni convegno carta europea turismo sostenibile.
    LODI: relazione convegno sulla cooperazione nel settore ambientale.
    ROMA: assemblea pubblica Municipio XVII su “equità e sostenibilità”.
    BRESCIA: conferenza stampa e presidio in P.zza della.Loggia sulla raccolta differenziata.
    MILANO: iniziativa regionale di Legambiente di premiazione dei comuni “ ricicloni”
    ROMA. intervento e iniziativa di Federparchi per presentazione documentario ambientale (i predatori del fiume azzurro).
    MILANO: premiazione alla FAST dei progetti innovativi di “giovani talenti”.
    KENIA- NAIROBI: partecipazione e intervento al convegno sulla “governance ambientale dell’ONU”.
    MAROCCO-AGADIR: intervento e partecipazione al Convegno “amici dellUNEO”(governance ambientale ONU).
    DANIMARCA – COPENHAGEN: partecipazione al meeting Europa – Paesi orientali sui temi ambientali.
    CREMONA: partecipazione alla Fiera dedicata “agli acquisti verdi” e al convegno.
    ROMA: relazione al convegno italo – tedesco sulle energie rinnovabili e sul settore dell’energia solare.
    ZELO B.P.( LO): incontro pubblico sulla viabilità e sulla necessità della metropolitana.
    PAULLO: inaugurazione della casa dell’acqua.
    TUNISI: intervento al convegno dei Paesi del Mediterraneo per la campagna “freedolphin” ed incontro con il Ministro dell’Ambiente della Tunisia.
    MILANO: apertura convegno sulla biodiversità del Parco –Nord.
    ISOLA D’ELBA:conclusioni convegno rifiuti Isole Minori.
    PIVERONE (TO): inaugurazione impianto biomasse.
    ROMA: incontro con unità di base APAT ed ENEA.
    MILANO: assemblea dei lavoratori della BRITISH TELECOM sui cambiamenti climatici.
    S.MARGHERITA DI STAFFORA (PV): inaugurazione sede istituto di ricerca e convegno sulla montagna.
    MEDIGLIA (MI): incontro pubblico su agricoltura-ambiente.
    BRESCIA: inconro pubblico con operatori economici dell’AC.sull’ energie rinnovabili
    GOLA DEL FURLO: inaugurazione Museo della Valle .
    SCANSANO: convegno sulle rinnovabili e inaugurazione Parco eolico.
    URBINO: conclusioni convegno sulle foreste dell’Appennino.
    MULAZZANO: inaugurazione Parco eco-ambientale .
    BRESCIA: incontro pubblico alla Festa dell’Unità sui temi ambientali.
    PARMA: conclusioni convegno sul Po in preparazione della conferenza nazionale sul clima.
    ROMA: Conclusioni convegno Confagricoltura sulle energie rinnovabili.
    ROMA: convegno associazione “Acqua pubblica”.
    LODI: convegno Viscolube sul sistema di riciclo degli olii e sul progetto di responsabilità sociale
    LUSSEMBURGO: Partecipazione al Consiglio dei Ministri dell’Ambiente dell’ Unione Europea.
    SUZZARA (MN): dibattiti sui temi ambientali alla Festa dell’Unità regionale.
    CANTU’ (CO): incontro sui temi ambientali alla Festa dell’Unità provinciale.
    ROMA :convegno Federutility sulla situazione dei servizi idrici.
    LODI: incontro pubblico sui temi ambientali alla Festa dell’Unità.
    LECCO: incontro pubblico sulle energie rinnovabili alla festa dell’Unità.
    TORINO – LINGOTTO : intervento al convegno “Cogenerazione e teleriscaldamento nei sistemi energetici integrati”.
    ROMA: conclusioni al convegno dell’ENEA “Il futuro è all’idrogeno?”.
    MORBEGNO: conclusioni convegno “L’agricoltura di montagna, la qualità dei prodotti, l’ambiente”.
    COLLECCHIO (PARMA): inaugurazione festa del parco sulla biodiversità.
    MONTREAL (CANADA): incontro internazionale sui risultati positivi del “Protocollo Ozono”.
    ROZZANO (MI): inaugurazione piattaforma per raccolta differenziata rifiuti.
    LODI: inaugurazione nuova sede provinciale dell’ANPI.
    BOGOR – GIACARTA: incontro di preparazione conferenza di BALI per il proseguimento degli accordi di kyoto.
    CREMONA: inaugurazione Fiera dell’Antiquariato.
    S.COLOMBANO (MI): inaugurazione Festa dell’Uva.
    FORLI’: intervento convegno sulle energie rinnovabili.
    LODI : intervento al convegno “Il Po e il Turismo”.
    CASTELSANGIOVANNI: intervento convegno sulle energie rinnovabili.
    CASTELNUOVO DI GARFAGNANA: incontro internazionale di speleologia: “APUANE: non solo cave”.
    RIMINI: incontri vari ai convegni dei Consorzi di riciclo dei rifiuti alla Fiera di ECOMONDO.
    VITERBO: intervento sulle energie rinnovabili al convegno promosso dalla Provincia e dall’ Università della Tuscia.
    MILANO: conclusioni alla Conferenza Nazionale della Bicicletta.
    PIACENZA: Congresso Nazionale sul Po
    ORZINUOVI (BS): Intervento Conferenza sulle energie rinnovabili
    VIZZOLO (MI): Inaugurazione “ Casa dell’ acqua”
    BALI (INDONESIA): Partecipazione alla Conferenza ONU sul cambiamento climatico
    VICENZA: Incontro con Amministratori e imprenditori sul sistema di qualità Distretto della concia
    MILANO: intervento al seminario della Provincia di Milano su Kyoto e riduzione emissioni inquinanti
    LODI: inaugurazione nuova sede Direzione Scolastica Provinciale
    CASALPUSTERLENGO: inaugurazione nuova sede biblioteca
    BRUXELLES: intervento a incontro per settimana europea per energia rinnovabile
    VERCELLI: partecipazione a tavola rotonda su agricoltura e ambiente
    ROMA: incontro pubblico ecodem Regione Lazio
    SALICE TERME: intervento a incontro pubblico su agroenergie
    LODI: incontro ecodem su tematiche ambientali
    BRUXELLES: intervento a incontro UE – America Latina e Caraibi
    TAVAZZANO e SENNA: incontri pubblici PD sui temi ambientali
    ROMA: relazione a seminario “Farnesina” UE – America Latina e Carabi in preparazione conferenza di Lima
    TOKYO: incontro “G20”in attuazione delle linee emerse alla conferenza di Bali
    MILANO: conferenza “Amici della Terra”e premiazione Comuni Ricicloni
    LUBJANA: intervento a Consiglio dei Ministri europei su “forestazione” ed “energie rinnovabili”
    CASTELGANDOLFO: conferenza lavori Comitato Scientifico ACCOBAMS su “Biodiversità marina e cetacei”
    ROMA: presentazione progetto per “Produzione e Consumo Sostenibili”
    MILANO: fiera “produzione e consumo responsabili” presentazione libro “A qualcuno piace caldo”del Prof. S. Caserini