E' cronaca di questi giorni la questione legata al ritorno del nucleare in Italia e nello specifico un nuovo impianto nel comune di Caorso.
Noi abitanti della bassa abbiamo vissuto in prima persona l’incubo di “Arturo”, dalle finestre delle nostre case si poteva scorgere la cupola inquietante del reattore, consideravamo questa un’esperienza ormai chiusa e le nostre preoccupazioni erano concentrate solo sugli indennizzi che giustamente riteniamo dovuti alle comunità lodigiane per l’irraggiamento subito, e invece no!
Ci preme innanzitutto fare un’analisi oggettiva del territorio in cui l’impianto potrebbe sorgere (stando alle dichiarazioni del leader della Lega di utilizzare i vecchi siti), si tratta di una pianura fra le più fertili al mondo, ricca di acqua, di biodiversità e densamente popolata, insomma una porzione importante della cosiddetta Padania, in cui negli anni si stanno moltiplicando gli sforzi a tutti i livelli per valorizzarne e tutelarne le specificità tra cui le eccellenze nel campo della filiera agroalimentare riconosciute in tutto il mondo.
Cosa mai ne sarebbe di tutto questo nella malaugurata ipotesi di una fuga di materiale radioattivo ? Quali sarebbero le ripercussioni sulla nostra realtà produttiva e sociale ?
Quale territorio lasceremmo ai nostri figli e ai nostri nipoti ?
Qualcuno può obbiettare che si tratta di luoghi comuni e che i sistemi di sicurezza odierni hanno raggiunto livelli di affidabilità tali da scongiurare tali evenienze, eppure anche negli ultimi mesi diversi incidenti ad impianti nucleari giudicati affidabili hanno riversato nell’ambiente sostanze radioattive seppure in quantità limitate (per quanto c’è consentito sapere).
E’ un dato di fatto che negli ultimi anni dopo il boom degli anni settanta la costruzione di nuove centrali ha subito un drastico calo, ci chiediamo il perché di questo fenomeno e inoltre, da quello che si apprende dalla stampa l’unico impianto in costruzione di nuova generazione sta drenando risorse impensabili e creando problemi tecnici di non facile soluzione, e poi siamo proprio sicuri che l'energia nucleare sia economicamente vantaggiosa ?
Ci piacerebbe sapere quanto costerà un KW di energia che potrebbe venire prodotta in una nuova centrale a Caorso considerando i costi di costruzione, di funzionamento e di smaltimento.
Alla luce di questi ragionamenti siamo convinti che il Consigliere Regionale Gianfranco Concordati abbia fatto bene a sollevare la questione in Regione e a nostra volta intendiamo chiedere all'Onorevole Gibelli che ricopre un importante incarico a livello governativo di esprimersi con chiarezza sulla possibilità di riaprire Caorso, crediamo che non ci sia bisogno che vengano stabiliti criteri oggettivi per la scelta dei siti, riteniamo invece che con il buon senso e l'attaccamento alla nostro territorio che di ferite ne ha già subite fin troppe si possano prendere posizioni chiare. Del resto la Lega lodigiana di cui l'Onorevole Gibelli è un autorevole esponente si è sempre schierata a volte anche in modo strumentale a difesa del territorio, come mai sulla questione del nucleare a Caorso ha deciso di non proferir parola?
Serve un'azione coordinata di tutte le parti politiche, economiche e sociali affinché si possa scongiurare la sciagurata ipotesi di riavere una angosciosa presenza fuori dai cortili delle nostre case.
PD Caselle Landi
Noi abitanti della bassa abbiamo vissuto in prima persona l’incubo di “Arturo”, dalle finestre delle nostre case si poteva scorgere la cupola inquietante del reattore, consideravamo questa un’esperienza ormai chiusa e le nostre preoccupazioni erano concentrate solo sugli indennizzi che giustamente riteniamo dovuti alle comunità lodigiane per l’irraggiamento subito, e invece no!
Ci preme innanzitutto fare un’analisi oggettiva del territorio in cui l’impianto potrebbe sorgere (stando alle dichiarazioni del leader della Lega di utilizzare i vecchi siti), si tratta di una pianura fra le più fertili al mondo, ricca di acqua, di biodiversità e densamente popolata, insomma una porzione importante della cosiddetta Padania, in cui negli anni si stanno moltiplicando gli sforzi a tutti i livelli per valorizzarne e tutelarne le specificità tra cui le eccellenze nel campo della filiera agroalimentare riconosciute in tutto il mondo.
Cosa mai ne sarebbe di tutto questo nella malaugurata ipotesi di una fuga di materiale radioattivo ? Quali sarebbero le ripercussioni sulla nostra realtà produttiva e sociale ?
Quale territorio lasceremmo ai nostri figli e ai nostri nipoti ?
Qualcuno può obbiettare che si tratta di luoghi comuni e che i sistemi di sicurezza odierni hanno raggiunto livelli di affidabilità tali da scongiurare tali evenienze, eppure anche negli ultimi mesi diversi incidenti ad impianti nucleari giudicati affidabili hanno riversato nell’ambiente sostanze radioattive seppure in quantità limitate (per quanto c’è consentito sapere).
E’ un dato di fatto che negli ultimi anni dopo il boom degli anni settanta la costruzione di nuove centrali ha subito un drastico calo, ci chiediamo il perché di questo fenomeno e inoltre, da quello che si apprende dalla stampa l’unico impianto in costruzione di nuova generazione sta drenando risorse impensabili e creando problemi tecnici di non facile soluzione, e poi siamo proprio sicuri che l'energia nucleare sia economicamente vantaggiosa ?
Ci piacerebbe sapere quanto costerà un KW di energia che potrebbe venire prodotta in una nuova centrale a Caorso considerando i costi di costruzione, di funzionamento e di smaltimento.
Alla luce di questi ragionamenti siamo convinti che il Consigliere Regionale Gianfranco Concordati abbia fatto bene a sollevare la questione in Regione e a nostra volta intendiamo chiedere all'Onorevole Gibelli che ricopre un importante incarico a livello governativo di esprimersi con chiarezza sulla possibilità di riaprire Caorso, crediamo che non ci sia bisogno che vengano stabiliti criteri oggettivi per la scelta dei siti, riteniamo invece che con il buon senso e l'attaccamento alla nostro territorio che di ferite ne ha già subite fin troppe si possano prendere posizioni chiare. Del resto la Lega lodigiana di cui l'Onorevole Gibelli è un autorevole esponente si è sempre schierata a volte anche in modo strumentale a difesa del territorio, come mai sulla questione del nucleare a Caorso ha deciso di non proferir parola?
Serve un'azione coordinata di tutte le parti politiche, economiche e sociali affinché si possa scongiurare la sciagurata ipotesi di riavere una angosciosa presenza fuori dai cortili delle nostre case.
PD Caselle Landi