Nuova “apertura” del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola ai due comuni lodigiani (Castelnuovo e Caselle Landi) finora esclusi dall’elenco dei papabili beneficiari dei circa 20 milioni di euro di indennizzi previsti per la vicinanza con la centrale di Caorso, oggi individuato come deposito di scorie nucleari. Sollecitato dal presidente della Provincia di Lodi, Lino Osvaldo Felissari, e dai sindaci delle due municipalità lodigiane, Scajola ha annunciato un riassetto normativo teso a rendere più equi anche i criteri compensativi, che nel caso di Caorso oggi premierebbero solo enti e comuni piacentini. Concetti in gran parte già espressi in una prima lettera, inviata in estate; ma ugualmente importanti, soprattutto alla luce della “bocciatura” espressa circa due mesi fa dall’Unione province e dall’Anci sull’inclusione tra gli “indennizzabili” dei comuni contermini. «Desidero innanzitutto assicurarle - ha scritto Scajola alla Provincia - che ritengo di fondamentale importanza l’attuazione di meccanismi equilibrati per l’assegnazione dei contributi destinati alle compensazioni per i territori che ospitano le centrali nucleari e gli impianti del ciclo del combustibile nucleare. Gli indirizzi del governo in materia di politica energetica prevedono che, su mia proposta, siano emanati provvedimenti per il riassetto normativo del settore nucleare, ivi compreso l’adeguamento dei criteri per la definizione delle misure compensative derivanti dalla presenza dei depositi temporanei di materiali radioattivi. Sarà mia cura formulare le proposte per i nuovi strumenti normativi, con l’obbiettivo di garantire un trattamento equo dei territori sui quali sono presenti depositi temporanei, tenendo anche in considerazione i suggerimenti provenienti dai responsabili delle amministrazioni locali».Le parole di Scajola hanno galvanizzato Felissari: «È un primo risultato importante dell’azione che abbiamo svolto insieme ai comuni - commenta -. L’obiettivo è sanare una situazione paradossale, dato che Caselle Landi dista dalla centrale di Caorso solo due chilometri e mezzo, distanza inferiore a quella esistente tra la centrale e il centro di Caorso, mentre quello di Castenuovo dista a sua volta solo 4 chilometri. Una situazione iniqua di cui anche il ministro ha preso atto dopo che avevamo denunciato la situazione l’estate scorsa. Ora vanno cambiati i criteri di riparto attualmente vigenti, ponendo rimedio ad una evidente e intollerabile disparità di trattamento».Al. Be.