La legge n° 368 del 24/12/2003 prevede tra le altre cose misure compensative per i comuni ospitanti impianti e depositi di materiale radioattaivo e in proporzione riconosce una quota anche ai comuni confinanti.
Martedì 17/07/2007 sono stati convocati a Roma presso il Ministero dell’Ambiente i comuni interessati dalla presenza di materiale radioattivo sul proprio territorio, Caorso in primis. L’ammontare dell’indennizzo di cui si parla è di almeno 20 milioni di euro che come previsto dall’articolo 4 della legge in oggetto verranno ripartiti in modo proporzionale tra il comune di Caorso, i comuni confinanti e la Provincia di Piacenza.
Ovviamente nei comuni della bassa piacentina si è acceso un dibattito sulle modalità di ripartizione e di utilizzo dei fondi in oggetto. A questo punto mi chiedo come mai i comuni della bassa lodigiana, tra cui i comuni di Caselle Landi e Castelnuovo che confinano direttamente con il comune di Caorso ed in modo particolare Caselle Landi che ha una parte del proprio territorio sulla sponda Piacentina del Po ed una parte del centro abitato che ricade nella fascia di maggior rischio (meno di 5 Km dall’impianto) non siano stati coinvolti nella vicenda sebbene la legge riconosce a tutti i comuni confinanti parte del risarcimento in oggetto.
Pertanto l’appello che sentiamo di fare rivolgendoci ai Sindaci interessati, al Presidente della Provincia e al Sottosegretario di Stato presso il Ministero dell’Ambiente Sen. Gianni Piatti è di farsi carico della questione garantendo il diritto alle misure compensative previste dalla legge che spettano ai comuni della bassa lodigiana in quanto confinanti con il comune sede dell’impianto.
Martedì 17/07/2007 sono stati convocati a Roma presso il Ministero dell’Ambiente i comuni interessati dalla presenza di materiale radioattivo sul proprio territorio, Caorso in primis. L’ammontare dell’indennizzo di cui si parla è di almeno 20 milioni di euro che come previsto dall’articolo 4 della legge in oggetto verranno ripartiti in modo proporzionale tra il comune di Caorso, i comuni confinanti e la Provincia di Piacenza.
Ovviamente nei comuni della bassa piacentina si è acceso un dibattito sulle modalità di ripartizione e di utilizzo dei fondi in oggetto. A questo punto mi chiedo come mai i comuni della bassa lodigiana, tra cui i comuni di Caselle Landi e Castelnuovo che confinano direttamente con il comune di Caorso ed in modo particolare Caselle Landi che ha una parte del proprio territorio sulla sponda Piacentina del Po ed una parte del centro abitato che ricade nella fascia di maggior rischio (meno di 5 Km dall’impianto) non siano stati coinvolti nella vicenda sebbene la legge riconosce a tutti i comuni confinanti parte del risarcimento in oggetto.
Pertanto l’appello che sentiamo di fare rivolgendoci ai Sindaci interessati, al Presidente della Provincia e al Sottosegretario di Stato presso il Ministero dell’Ambiente Sen. Gianni Piatti è di farsi carico della questione garantendo il diritto alle misure compensative previste dalla legge che spettano ai comuni della bassa lodigiana in quanto confinanti con il comune sede dell’impianto.